Il PM in aula: "CUCCHI UCCISO DA CARABINERI-TEPPISTI". I dettagli drammatici
Entra nel vivo un processo che sta tenendo anche molto del mondo ultras nazionale con gli occhi ben aperti sulla Corte d'Assise di Roma
ROMA - Arriva alla fase decisiva della requisitoria dell'accusa il processo Cucchi bis che si sta celebrando in Corte d'Assise a Roma.
"Stefano Cucchi fu vittima di un pestaggio violento e repentino, roba da teppisti. I Carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro si sono resi protagonisti di una aggressione vile, ai danni di una persona sotto peso, di appena 40 chilogrammi". E' iniziata con queste parole durissime, la requisitoria del Pubblico Ministero, lo squinzanese Giovanni Musarò, che sta guidando l'accusa nel procedimento ai danni dei cinque Carabinieri accusati di aver ucciso a botte quel che consideravano soltanto "un drogato a cui dare una lezione", ha aggiunto il PM in aula.
Le lesioni riportate da Cucchi durante il pestaggio, per la Procura, hanno portato la vittima alla morte, unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che presero in cura Cucchi.
I dettagli drammatici - "Cucchi, che aveva rifiutato il fotosegnalamento, comincia a battibeccare con il Carabiniere Di Bernardo che gli molla uno schiaffo. Cucchi barcolla indietro, prima che il Carabiniere D'Alessandro gli dia un calcio in avanti, poi un'altra spinta che fa cadere Cucchi a terra con il sedere, sbattendo la nuca. Cucchi si frattura due vertebre, ma non basta: a quel punto viene colpito con un calcio in faccia che gli provoca una frattura alla base cranica. E' solo allora che un terzo Carabiniere che assiste alla scena interviene per bloccare i colleghi, mentre l'accaduto viene falsamente ricostruito nel verbale che sarà prodotto immediatamente dopo dai Carabinieri".
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