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TERREMOTO CORVINO: "ora mi sono ROTTO I COGLIONI. Nessuno tocchi le politiche sportive del Lecce"

Le parole del DS del Lecce al "Galà" del calciomercato che si è aperto ieri sera con un evento mondano

02.07.2024 14:05

RIMINI - Al “Galà” del calciomercato che si aperto ufficialmente ieri con una iniziativa mondana a Rimini si è preso la scena Pantaleo Corvino.

Il DS del Lecce ha sparato a zero sulle ultime accuse dirette o indirette alle politiche sportive battute dal Lecce, su cui si è tornato a soffiare in questi giorni di analisi della tremenda eliminazione dell'Italia dagli Europei.

Ecco le parole di Corvino, allora: da non perdere.

Ricerca delle responsabilità - “Sono passate poche ore da una disfatta e non mi piace unirmi alla schiera di chi colpevolizza o cerca responsabili. Devo essere sincero, però: mi sono rotto i coglioni di sentire parlare del Lecce che ha vinto uno Scudetto ‘Primavera’ con tanti ragazzi stranieri in squadra. Sono lo stesso che ha lanciato Miccoli, Pellé, Chiesa, tanti altri, poi ho trovato sulla mia strada anche Vucinic, Ledesma, Vlahovic, tanti altri ancora: devo farmene una colpa”?

Non è cambiato niente - “Queste attuali sono le stesse regole che l'Italia del calcio aveva durante i Mondiali vinti di Germania 2006”.

Ricerca dell'untore - “Il Lecce non è l'untore del calcio italiano. Ma stiamo scherzando? Questa demonizzazione è un insulto alle intelligenze: siamo un modello che decine di squadre dovrebbero seguire. Ma è così complicato ammettere degli errori? Cambiare pagina, cancellare questo fallimento e guardare avanti? Lascino stare il Lecce e chi lavora per bene. Negli ultimi 30 anni il Lecce è l'unica realtà del Sud Italia che ha vinto 3 titoli nazionali, 3 scudetti giovanili”.

Ragioni - “Il calcio italiano è depredato da poche grandi. In più FIGC e leghe, d'intesa con questi ‘potenti’ confezionano regole che sono su misura per loro. Deriva la mancanza di strutture, centri di addestramento, l'improvvisazione totale dei tecnici del settore giovanile”.

Stoccata finale - “Avrei preferito che Gravina e compagni si fossero assunti delle colpe, ammettendo di aver sbagliato. Altro che inseguire colpevoli. A Lecce compro stranieri perché non voglio giocare con gli scarti delle ‘grandi’ di questo campionato ma voglio giocare con giocatori nostri, che costituiscono il patrimonio della società”.

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