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Lecce - Quotidiano: il pannello della tristezza

Ricostruiamo una vicenda che nessuno ricostruisce

LECCE - Che dire, prima ricostruiamo la vicenda. È doveroso dare spazio alle parti, in maniera asettica, con i loro virgolettati. Poi una riflessione amara la faremo anche noi. Ma solo e proprio su questo, sullo spazio concesso alle parti dalla nostra stessa categoria. Davvero della polemica non ci interessa nulla, non vogliamo entrarci.

E allora ricostruiamo il tutto.

L’Associazione della Stampa di Puglia e l’Unione Stampa Sportiva Italiana, con una nota congiunta, stigmatizzano i comportamenti definiti dagli stessi “discriminatori” da parte della dirigenza dell’Unione Sportiva Lecce nei confronti dei giornalisti, ultimo episodio il pannello che vedete sopra, fatto installare poco prima di Lecce – Juve Stabia per evitare al cronista di Quotidiano di incrociare lo sguardo del Presidente del Lecce Savino Tesoro, che da quel corridoio centrale deve passare necessariamente per poter accedere al suo box oppure allo spazio caffè e ristoro riservato ai cronisti del “Via del Mare”. La circostanza dell’incrocio di sguardi sgraditi, tra l’altro, sarebbe stata confermata spudoratamente allo stesso giornalista da diversi dirigenti e addetti del Lecce, nel momento in cui il collega ha chiesto il perché dell’installazione del pannello: “il Presidente non ti vuole neanche vedere quando passa da qui", sarebbe stata la risposta fornita al collega. Circostanza poi non smentita dal lunghissimo comunicato di replica del Lecce che vedremo più avanti.

Assostampa e USSI – dicevamo – “stigmatizzano i ripetuti comportamenti discriminatori del Presidente del Lecce Savino Tesoro nei confronti dei colleghi del Quotidiano”, gesti non isolati e che seguono l’allontanamento dalla Sala Stampa dei cronisti di SoloLecce.it (CLICCA QUI IL CASO DI QUALCHE MESE FA). “Tesoro si comporta da padrone del vapore, ignorando le regole della buona educazione nei confronti di giornalisti che esercitano il proprio diritto di critica. Assostampa e USSI auspicano pertanto che al più presto sia ristabilito un clima di serenità nel rispetto dei ruoli”.

Sulla vicenda è intervenuto anche l’intero Comitato di Redazione del Nuovo Quotidiano di Puglia, che ha definito “il pannello anti-Quotidiano solo l’ultimo di una serie di ritorsioni nei confronti dei colleghi che seguono le vicende sportive e societarie del club giallorosso. Un episodio che si commenta da sé. Il Comitato di Redazione esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi che ogni giorno sono costretti a lavorare in condizioni sempre più difficili e ostili”.

Replica a stretto giro il Lecce, che prende carta e penna per spiegare innanzitutto che l’equivoco si sarebbe potuto chiarire venerdì sera stesso, quando la stessa società aveva rassicurato sulla immediata rimozione del pannello per evitare ulteriori “sterili polemiche”.

Non si riesce a comprendere quale sacrosanto diritto di critica e di cronaca il pannello avesse contribuito a limitare”, scrive la società di Piazza Mazzini, e se ciò riguarda solo i giornalisti del Nuovo Quotidiano di Puglia “rappresenta un monumento alla presunzione, in quanto proprio costoro sono sempre stati regolarmente e ritualmente invitati ad ogni manifestazione o conferenza stampa, spesso disertate”.

Il Lecce chiude rassicurando sull’obiettivo di “proseguire un sereno e costruttivo rapporto con l’intera categoria dei giornalisti”, pur ribadendo “la non condivisione di modalità e tenore espositivo di molti degli articoli rappresentati da coloro che oggi si sentono limitati nella propria attività professionale”.

Sin qui i fatti, che lasciamo giudicare a voi. Abbiamo dato spazio a tutti. Non vogliamo davvero aggiungere altro per non scivolare nel vittimismo che sarebbe punito sonoramente da molti dei nostri detrattori.

Aggiungiamo solo altri dati di fatto, incontrovertibili: è questo purtroppo il 2° episodio (il primo con la redazione di SoloLecce.it, lo scorso anno qualche “frizione” velocemente appianata con TeleRama News e via dicendo). Possibile che non si possa tracciare una strada di dialogo sereno tra tutte le componenti?

Il secondo dato di fatto è amaro per la nostra stessa professione, infestata da personaggi in cerca di pubblicità personale, non iscritti a nessun ordine professionale e appartenenti alla categoria dei “blogger”, dei pensatori liberi, dei venditori di aspirapolvere la mattina che si trasformano in raffinati parolai alla sera.

Come commentare, se non con sconforto e rammarico, la lettura di paginette web o profili sui social network che di tutto ciò che vi abbiamo raccontato hanno fornito solo il comunicato del Lecce? Senza ricostruire la vicenda il comunicato su cosa si appoggia? È di reazione a cosa? Al niente. Neanche il buongusto di ricostruire i fatti. Basta la versione del Lecce. Che amarezza.

La professione dei professionisti, scusate il bisticcio di parole, di quelli veri, va difesa dagli abusivi che la screditano ogni giorno. Per loro, che raccontano i fatti senza ricostruirli e dando solo la versione di una sola parte della vicenda, appesa così, nel vuoto cosmico, oggi è solo il giorno della tristezza infinita.

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