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ESCLUSIVO SoloLecce.it. I "CASI" ARBITRALI affidati alla penna di un ex arbitro nazionale

Ecco il resoconto di Torino-Lecce, la "pagella" arbitrale, scritta da un tecnico

17.02.2024 13:14

TORINO - Buona la prestazione dell'arbitro Ayroldi di Molfetta, alla guida di una sestina arbitrale praticamente esente da errori importanti in un Torino-Lecce che ha fatto parlare di sé soltanto per interpretazioni da “Bar dello Sport” del regolamento, lontanissime dalle consegne tecniche che si fanno agli arbitri della CAN di A e B.

La partita inizia subito con un fallo di Ilic che manda giù Piccoli in ripartenza in transizione offensiva per il Lecce, con l'ipotesi di innescare un contropiede. Giusto il richiamo formale dell'arbitro al primo intervento del centrocampista granata, non ci sono gli estremi per un giallo.

Al 28' una sbavatura: Zapata arriva al tiro innocuo sul primo palo difeso da Falcone che blocca, ma l'azione nasce da un chiaro fallo a centrocampo in contropiede potenziale Lecce dello stesso Zapata ancora su Piccoli. Azione che si sviluppa e dove poi il Torino trova lo spazio per arrivare al tiro: un eventuale gol sarebbe stato rivisto in Sala VAR, non c'è cambio di possesso nel mezzo dunque l'azione nasce viziata da un chiaro ed evidente errore di Ayroldi, qui siamo nel campo di intervento del protocollo VAR.

Molto prima, facendo un essenziale passo indietro, il Lecce aveva chiesto un rigore di quelli che si reclamano in 3° Categoria, laddove vale la legge di campo uomo a terra = rigore.

Milinkovic-Savic non è perfetto in un controllo del pallone, lo perde, si avventa Piccoli che in acrobazia conclude in porta, poi Masina libera prima che il pallone possa varcare la linea di porta.

Nonostante la gazzarra mediatica messa in piedi dal Lecce l'episodio è chiaro: Piccoli calcia liberamente, è quel che conta, non è influenzato al tiro dall'arrivo successivo del portiere del Torino, altrimenti nessun contatto nel gioco del calcio sarebbe regolare e varrebbero le regole probabilmente della danza classica.

Ripetiamo: in questi casi la priorità arbitrale è che il calciatore attaccante non riceva nessun danno nel calciare in porta, non abbia a suo sfavore nessuna azione fallosa che gli impedisca di tirare liberamente. Che un attimo dopo il tiro Milinkovic-Savic finisca addosso all'attaccante del Lecce è del tutto ininfluente ai termini regolamentari.

Non è, per capirci, l'episodio Sommer-Nzola di Fiorentina-Inter, quando l'uscita irregolare del portiere nerazzurro contestualmente, immediatamente, in quel momento del tiro evita al calciatore della Fiorentina il tiro in porta. Quelli, sono rigori che si assegnano.

Per il resto sono praticamente scolastiche, solari le ammonizioni di Pongracic (doppia) e di Dorgu, per falli tutti quanti praticamente leggibili anche da un buon arbitro delle categorie inferiori. Se non sono gialli quelli lì…

Per spaccare il capello al fischietto molfettese si possono contestare soltanto due fischi cosiddetti invertiti, un paio di contatti uno in favore del Lecce e uno in favore del Torino letti male da Ayroldi, con punizione concessa in realtà alla squadra che aveva subito il fallo. Entrambe le situazioni nascono comunque in zone del terreno di gioco neutre, innocue, non in punti sensibili del gioco.

Perfetta la collaborazione arbitrale sulla rete annullata nel finale ad Okereke, con preziosismo dell'assistente arbitrale Trincheri della Sezione AIA di Milano che in presa diretta, dopo 90 minuti di fatica, riesce a vedere in tempo reale la fuoriuscita millimetrica del pallone che poi finisce in porta durante l'azione. Giusto annullare il gol, grandissimo occhio di falco dell'assistente lombardo, lettura confermata dalla strumentazione tecnologica in Sala VAR.

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