Editoriali

L'IDIOZIA DEL LECCESE MEDIOCRE COLPISCE ANCORA: l'odio social fa chiudere il profilo a RAMADANI

Gli odiatori seriali hanno colpito ancora: pensano di fare il bene del Lecce?

LECCE - Devono avere in dotazione menti così elevate da credere di farlo per il bene del Lecce, magari, o per mostrare i muscoli che non potrebbero mostrare neppure quando si tratta di decidere il menù della cena, neppure lì verrebbero interpellati. “Adesso vado lì e gliele canto io”! Tanto sono inutili, non contano niente. Ma riescono a fare molto danno.

Sommerso da una “valanga” di insulti social Ylber Ramadani ha chiuso tutte le pagine che raccontavano la sua vita su Instagram, decidendo così di darla vinta a loro, agli idioti.

Via tutti i ricordi, via tutte le foto del passato, i momenti vissuti in varie squadre, vincono gli analfabeti che l'hanno travolto dopo il fallo che ha causato la punizione del decisivo vantaggio dell'Udinese nell'ultima di campionato.

Cade anche il falso mito dell'altrettanto falsa superiorità della “matura” tifoseria leccese, matura soltanto quando deve confrontarsi con altre e trattarle con la superiorità tipica che hanno gli imbecilli quando si credono migliori degli altri.

Nella realtà i provincialotti di fede giallorossa, quelli che credono ai complotti del sistema calcio, quelli a cui non sta bene neppure la designazione di un Internazionale reduce da Lione-Real Madrid per un Udinese-Lecce di merda (a confronto), quelli che pure al sorteggio dei calendari o nella disposizione di anticipi e posticipi manifestano dubbi sulla lealtà sportiva, sono esattamente come i tifosi del Como che augurano a Cutrone di morire di tumore per un rigore sbagliato, come i tifosi dell'Avellino che impiccano manichini per la strada, eccetera, eccetera, eccetera.

Vengono dalle fogne, e dalle fogne sono emersi in questi giorni per fare un danno al Lecce. Anche quest'anno.

Sono sostenuti da giornalismo malato, il più delle volte, alimentatore di teorie “No Vax” applicate al calcio, per cui dietro qualunque scelta non c'è buona fede, ma malafede, c'è il “complotto contro il grande Lecce”. Tutto questo, c'è da dirlo, con il silenzio di chi non isola questi comportamenti per quieto vivere, anzi troppo spesso si sofferma malamente su presunti colpevoli i più disparati a cui attribuire le colpe di uno scivolone. Invece di riflettere.

Ogni squadra ha la tifoseria che si merita, sino a venir tradita lei stessa da questo alimentarsi di sotto-cultura, con un danno enorme come quello fatto alla testa di Ramadani e alla sua voglia di Lecce. In questo senso chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

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