ROMA - Saranno Matteo Gualtieri della Sezione AIA di Asti, Daniele Perenzoni di Rovereto, Ermanno Feliciani dell'AIA di Teramo, Daniele Rutella di Enna e Maria Sole Ferrieri Caputi di Livorno i “magnifici 5” che coroneranno il sogno di una vita e passeranno la prossima stagione dal calcio di Serie C alla CAN di A e B.

Sono questi i cinque nomi che verranno annunciati venerdì dal Presidente dell'AIA Alfredo Trentalange come promossi al massimo livello arbitrale.

Per l'AIA è il momento di fare la storia, con l'ingresso nell'organico di A e B della prima donna nella vita ultracentenaria dell'Associazione Italiana Arbitri.

Maria Sole Ferrieri Caputi arriva in A a 32 anni, è livornese, laureata in Sociologia, lavora a Bergamo in un Centro Studi di Diritto del Lavoro. Ha iniziato come tutte le decine di migliaia di arbitri italiani, dai campi di periferia e dagli insulti che per le donne-fischietto sono sempre più coloriti e spesso sessisti. A 25 anni la Serie D, a 30 l'esordio in C, a 31 quello in B, nel dicembre scorso il debutto in Coppa Italia maschile, in Cagliari-Cittadella, dove dirige per la prima volta una squadra di A (quella sarda): 3 reti annullate (anche grazie al contributo della Sala VAR) e 3 soli gialli. Un debutto coi fiocchi.

Ora la aspetta il calcio dei “grandi”, in rappresentanza di quel piccolo 6% di associati di sesso femminile che sono nell'AIA, dominata dal 94% di uomini.