Cronaca

CAOS TAP: sequestro e ossidanti mortali nella falda. LA MAGISTRATURA PUO' FERMARE TUTTO

L'opera sotto accusa: i militari del NOE mandano al tappeto le convinzioni della multinazionale, ci sono dei grossi rischi ambientali

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MELENDUGNO - Tre persone sotto inchiesta per carico abusivo di sostanze pericolose e soprattutto il forte dubbio che la costruzione della TAP a San Foca stia distruggendo l'ambiente del Salento.

Un dubbio atroce e che cresce dopo il blitz dei militari del Nucleo Operativo e Ecologico delle province di Lecce, Roma, Milano e Padova che assieme ai Carabinieri di Lecce hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro emesso nei confronti di TAP dal Procuratore Capo della Repubblica di Lecce Leonardo Leone De Castris e dal Sostituto Procuratore Valeria Farina Valaori.

Le perquisizioni sono scattate all'interno di tutte le sedi della società "Trans Adriatic Pipeline", sia a Melendugno che a Lecce in Via Templari, ma anche a Roma e a Villafranca Padovana, dove ha sede il laboratorio di analisi "SGS Italia" che la multinazionale utilizza per le sue indagini ambientali.

Dagli approfondimenti scientifici curati dal NOE sarebbe emerso il superamento delle soglie massime di contaminazione della falda da parte di alcune sostanze tra cui il cromo esavalente, un potentissimo ossidante, tossico e cancerogeno per l'uomo grazie alla elevatissima solubilità proprio in acqua, dove scompare e si dissolve in vaste aree.

Sul registro degli indagati sono finiti Michele Mario Elia, Country Manager di TAP, Gabriele Paolo Lanza, Prject Manager di TAP e Clara Risso, legale rappresentante di TAP.

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