Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio
Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere
LECCE - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da prendere non troppo sul serio…, mi raccomando!
FALCONE - Tiene in piedi il Lecce, su Zanimacchia nel 1° tempo e soprattutto su Okereke nella ripresa. Parata stratosferica, coefficiente di difficoltà 10, importanza 10, stile 10. E' il migliore del Lecce, il punto in classifica ce lo mette lui. VOTO 8.
GENDREY - Non sempre nel gioco, coinvolto poco. Quando succede va giù a contatto con Okereke e si guadagna il rigore che pareggia i conti. VOTO 6.5.
BASCHIROTTO - A corrente alternata, anzi a efficacia alternata: molti errori, moltissime chiusure con tempismo e agonismo. Alla fine non fa disastri e non lo bocciamo. Barcolla ma non molla, ci mette la solita “garra”. VOTO 6.
PONGRACIC - Meglio del compagno di reparto, con meno sbavature (una comunque importante anche per lui…). Carica la truppa iniziando spesso le azioni involandosi alla vecchia maniera, alla Cannavaro. Quando supera il centrocampo Baroni chiama i soccorsi, poi ha pietà della salute del mister e torna indietro. Con un movimento del corpo da grande difensore impedisce a Okereke di tirare “pulito” in occasione della grandissima occasione dei grigiorossi salvata da Falcone. VOTO 6.5.
GALLO - Fa una sola chiusura difensiva degna di nota e si fa male. Tutto il prima era stato disastroso. Prestazione catastrofica. VOTO 4.
PEZZELLA - Lo spirito di Gallo si impossessa presto di lui. Fa una partitaccia. Fuori condizione. Si vede. VOTO 5.
GONZALEZ - Con la sua bacchetta da direttore d'orchestra avvia l'azione del rigore su Gendrey. Per il resto non trova mai gli spazi per emergere, annaspa nel centrocampo della Cremonese. VOTO 5.5.
BLIN - Questa volta entra leggerino, si perde un pallone micidiale che Castagnetti per poco non infila all'angolino. Si sarà rotto le palle anche lui di aspettare il suo turno in un contesto così squallido in cui gli viene preferito anche il custode dello stadio nelle scelte di partenza del centrocampo. VOTO 5.
HJULMAND - Calpesta malamente il pallone che una volta perso diventerà quello del rigore in favore della Cremonese (c'è da dire che Colombo glielo serve al rallentatore…). Già prima aveva dato qualche segnale di bisticcio con l'attrezzo. Cresce nel finale ma nel complesso è insufficiente. VOTO 5.
ASKILDSEN - Elemento inutile alla causa. Se ne sono visti tanti centrocampisti modesti nella storia del Lecce. Bene, lui è nel “Pantheon” tra questi. Insufficiente tecnicamente, insufficiente tatticamente, insufficiente nell'accalappiare le cosiddette “seconde palle”. Un disastro, un cataclisma. VOTO 4.
BISTROVIC - Entra per mettere sale in zucca al centrocampo del Lecce. Lavora un pallone interessante che le punte non concretizzano. VOTO 6.
STREFEZZA - Il rigore calciato con calma olimpica e poco altro, giusto l'avvio della stessa azione che porta al fallo di Okereke su Gendrey. Non è al top fisicamente ma è un generoso, vuol giocare anche se si vede da un miglio che non è al massimo della forma. Voto di stima. VOTO 6.5.
COLOMBO - Se c'è qualcuno in grado di avvicinare le prestazioni di Askildsen, fatto statisticamente molto raro nella stessa partita, beh lui ci riesce. Senza grinta non si sceglie di fare l'attaccante. Dottore possiamo staccare la spina, il paziente è morto. VOTO 4.
CEESAY - Un po' imbranato, si attorciglia, si butta negli spazi, serve male i compagni. Ma almeno rispetto a Colombo ha il sangue che gli passa per le vene. VOTO 5.5.
BANDA - Casinista nato. VOTO 5.
DI FRANCESCO - Spiccioli per non trovare mai uno spunto. S.V.
BARONI - Il “baronismo” oramai si è impossessato del Lecce all'ennesima potenza. Lo scout ufficiale della Lega Serie A dice 1 tiro in porta con la Cremonese e 3 con il Monza nella precedente esibizione casalinga. Vuol salvare la squadra con 2 tiri a partita di media in casa negli scontri diretti? In bocca al lupo. Anche in questa domenica ci mette del suo, manda in campo un Lecce in 9 contro 11 in un duello salvezza con gli impresentabili Askildsen e Colombo. Aveva giocato al “piccolo chimico” anche con l'Empoli, altra gara partita in inferiorità numerica, con 2 elementi fuori contesto. Masochista. Per il resto Alvini se lo porta a spasso come un cane da passeggio, azzerando tutto il senso del “baronismo” (pallone ai lati e preghiamo Dio). Ringrazi Del Rosso per quei 3 punti a Salerno che dunque statisticamente per gli almanacchi non sono roba sua, non essendo andato in panchina non gli appartengono: sarà un caso, sarà quel che sarà ma non vince una partita in A da un Fiorentina-Frosinone 0-1 del 7 aprile 2019, 14 panchine fa nella massima categoria. Anche qui, numeri alla mano se intende salvare il Lecce vincendo una partita a girone di media, ogni 14 partite, stiamo messi bene. Da un anno e mezzo va facendo professione di modestia in Sala Stampa raccontando la favola che non è un integralista del 4-3-3. Con due o tre parole potrà continuare a raggirare un uditorio scadente e annoiato, ma non può prendere in giro tanti altri con gli occhi aperti. Il suo integralismo sta affondando il Lecce. Diversamente se il modello di gioco conosciuto è uno solo allora non è integralista, è altro… VOTO 4.
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