L'EDITORIALE: analisi luci e ombre. Sprazzi di Lecce e pause da incubo
Ecco il punto della situazione in casa Lecce dopo l'1-1 di ieri a San Benedetto del Tronto
LECCE - Indicazioni positive e aspetti altrettanto preoccupanti sono emersi dalla trasferta del "Riviera delle Palme", che lascia al Lecce comunque strada ampia per il passaggio del turno ai Quarti di Finale.
Tra le note positive c'è appunto il risultato, che garantisce una due giorni di vigilia del ritorno non da psicodramma, almeno, ma di giusta tensione positiva. Poi l'atteggiamento della squadra, che sin dai primissimi minuti ha cercato di imporre gioco a ritmi decisamente meno compassati dell'era Padalino.
Sul piano tattico determinante è sembrato l'apporto di Costa Ferreira, che con i suoi inserimenti ha creato problemi importanti alla difesa marchigiana, priva di punti di riferimento costanti. Senza dimenticarsi le qualità dei singoli: il rigore trasformato da Caturano, freddo pur a digiuno da tempo, il "volo" di Perucchini a cambiare il corso della partita, la tenacia di Lepore nel prendere per mano la squadra in alcuni momenti in salita.
C'è però il rovescio della medaglia. Ancora una volta è stato letale un calcio piazzato, la squadra si è fatta sorprendere in maniera imperdonabile in un avvio di secondo tempo soft, quasi molle, che in tre minuti poteva costare due reti. Altra nota dolente la scarsa rapidità della coppia centrale, in forte difficoltà davanti ad elementi veloci come Agodirin o peggio negli inserimenti delle "frecce" della Sambenedettese, che sulle fasce può contare su elementi come Rapisarda e N'Tow, da seguire.
L'impressione è che il Lecce debba lavorare ancora, soprattutto in ottica di impegni ben più difficili, passando questo turno. Man mano, però, bisognerà decisamente innalzare il livello complessivo della prestazione.
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