Operazione "Calcio sporco": pioggia di fermi, Lega Pro caos
Scommesse e partite vendute anche in Serie D
CATANZARO - Un ciclone di proporzioni oceaniche, che sconvolgerà il mondo del calcio.
Si chiama “Dirty Soccer”, letteralmente “Calcio sporco”, l’operazione della Polizia di Stato coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che ha portato a 50 fermi tra calciatori, dirigenti e presidenti di club. Arresti e perquisizioni in 21 città italiane, anche in Puglia: il capo d’accusa è associazione a delinquere, finalizzata alla frode sportiva, aggravata dall’associazione mafiosa. 5, le persone latitanti, 70 gli indagati.
Accertata l’esistenza di 2 diverse associazioni criminali, in grado di intervenire per truccare la Lega Pro e la Serie D. Almeno 30 le squadre coinvolte, ecco le principali: Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis, Mugnano, Torres, Vigor Lamezia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo.
L’inchiesta ha preso le mosse dalle intercettazioni telefoniche e ambientali di Pietro Iannazzo, un elemento di spicco della ‘ndrangheta di Lamezia Terme. Coinvolti anche personaggi stranieri, soprattutto dell’Est europeo. Per una combine presunta per far vincere una partita al Brindisi, ad esempio, è intervenuta la criminalità serba, maltese e addirittura russa.
Si giocava come in Borsa, in un complesso e intricato sistema di rapporti per cui si veniva a conoscenza di informazioni tali che "blindavano" alcuni investimenti su singole partite, in un vorticoso giro di denaro.
Secondo il titolare dell’indagine i calciatori si vendevano anche per pochi spiccioli, 4-5 mila Euro, a salire man mano che si saliva di categoria.
L’organizzazione voleva arrivare anche a truccare la Serie B, ma l’investimento era troppo alto, bisognava “comprare” troppe persone, spendere almeno 100-150mila Euro a partita.
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