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LE CONFESSIONI DI D'AVERSA al "Corriere della Sera": "ne sono uscito grazie ai leccesi e mia moglie"

Le parole del tecnico dell'Empoli che a distanza di qualche mese ha parlato del dopo-testata ad Henry

EMPOLI - Dalla brutta storia della testata ad Henry ne è uscito con la forza che gli ha dato la famiglia e la comprensione e la vicinanza che gli ha dimostrato Lecce.

Roberto D'Aversa a distanza di mesi dalla brutta pagina che ha chiuso il suo capitolo leccese si è raccontato al “Corriere della Sera” in una intervista in cui ha messo definitivamente nel cassetto l'incubo del gesto di violenza all'indirizzo dell'attaccante ex Verona.

Ecco alcuni passaggi significativi delle dichiarazioni dell'attuale tecnico dell'Empoli.

Ritorno a casa difficile - “Quando sono tornato a casa quella sera, dopo Lecce-Verona, mia moglie mi ha guardato chiedendomi soltanto che cosa avessi fatto… ‘Ora rialzati’, mi disse, ‘oramai è successo’. Sono stato molto fortunato a trovarla sul mio cammino di vita. Passo poco tempo in famiglia, tutti i meriti sui nostri figli sono suoi, sulla loro educazione, sulla loro crescita. Forse non lo dico mai abbastanza, ma è lei l'elemento più importante della mia vita, assieme ai nostri figli. Le sarò per sempre grato”.

Il dopo-testata - “Siamo rimasti a Lecce dopo l'esonero perché non volevo far cambiare scuola ai miei figli. I leccesi mi hanno aiutato tanto. Anche il mondo del calcio ha capito”.

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