Editoriali

L'ANALISI: quel 4-2-4 che ha cambiato il Lecce. Più di una semplice alternativa? Ecco perchè

La trasferta di Messina si porta con sè anche nuove certezze tattiche: proviamo ad analizzarle

LECCE - Il Lecce torna da Messina decisamente arricchito, anche e soprattutto dal punto di vista delle variabili tattiche (FOTO SOPRA E SOTTO DALLA NOSTRA GALLERIA FOTOGRAFICA DI MESSINA-LECCE).

Non solo per i 3 punti che hanno consolidato il primato, dunque, ma anche per i risultati confortanti del nuovo 4-2-4 "travestito" da 4-4-2 proposto da Padalino, che ha decisamente funzionato.

Il nuovo schieramento permette alla formazione giallorossa di essere più insidiosa sulle corsie esterne, dove le incursioni dei terzini e il prezioso apporto degli attaccanti di fascia (Vutov e Doumbia) dominano gli spazi laterali, con 2 giocatori per fascia, garantendo spinta ma anche adeguata copertura in fase di ripartenza degli avversari, perchè sono sempre in 2 a ripiegare (e ricordiamo che i disastri contro il Matera erano arrivati proprio sugli esterni).

Per il resto, poi, il modulo con 2 mediani toglie punti di riferimento agli avversari, che con il 4-3-3 collaudato oramai avevano individuato in Arrigoni (o Tsonev o Fiordilino) l'elemento da pressare a tutto campo per disinnescare le fonti del gioco del Lecce.

Insomma, molto più di una semplice alternativa. Soprattutto se Pacilli, l'elemento con spiccata propensione offensiva che potrebbe calarsi in questo modulo, dovesse completare il suo processo di maturazione con un contributo maggiore alla fase di ripiegamento. A quel punto, con lui tra quei 4 davanti, il Lecce potrebbe essere devastante.

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