LONDRA - Quale sarà il futuro di Antonio Conte?

Se lo è chiesto il prestigioso “Daily Telegraph” che ha voluto una intervista esclusiva con il tecnico leccese, destinato secondo tantissime voci di mercato alla panchina del Milan o del Napoli dalla prossima estate. Una intervista particolarmente interessante e piena di spunti da leggere. Eccone alcuni stralci.

Vincere è l'unica cosa che conta - “L'aspettativa nei confronti di Conte è sempre legata alla vittoria. Se non vinco, ho fallito. L'opzione ideale, ma per me, sarebbe far divertire la gente e vincere, ma i trofei che ho in casa mi danno prima questa grande responsabilità, ossia cercare altre vittorie. Conte deve vincere: gli altri non vedono l'ora di vedere Conte fallire”.

Sogni coltivati da bambino - “Vorrei vincere una Champions League per mio padre, ma so benissimo che non sarà facile. Farò di tutto per fare questo regalo a papà Cosimino”.

I lutti tra gli amici - “Ho perso Ventrone, Mihajlovic e Vialli in poco tempo, è stato uno dei momenti più complicati e duri della mia vita. Conservo dell'ultimo incontro con Vialli a 3 settimane soltanto dalla morte tutti i secondi passati insieme. Ventrone è morto in soli 6 giorni, alle prime avvisaglie di alcuni problemi di salute, è stato tutto molto difficile. E la morte di Mihajlovic mi ha profondamente segnato. I lutti ti provocano reazioni forti, ti fanno pensare a cose orribili, pensi che dopo possa succedere a te per chissà quale motivo, ho pensato in tanti momenti di sconforto che il prossimo fossi io. I lutti nel calcio hanno inciso anche sulla mia volontà di fermarmi un po', di non allenare”.