+++ ESCLUSIVO SoloLecce.it. I "CASI" ARBITRALI affidati a un ex arbitro internazionale +++
Ecco la lunghissima analisi regolamentare di quanto accaduto oggi allo stadio "Olimpico"
ROMA - Bufera sulla sestina arbitrale che ha diretto Lazio-Lecce oggi allo stadio "Olimpico" di Roma.
A guidare la squadra il fischietto di Pinerolo Gianluca Manganiello, 38enne analista finanziario e arbitro da quando aveva appena 15 anni (corso AIA già nel 1996), assistito da Longo e Manganelli, con Pairetto in Sala VAR con l'AVAR Di Iori.
Sull'episodio centrale per lo sviluppo della gara, il calcio di rigore fallito da Babacar e corretto in rete da Lapadula, il regolamento del calcio parlerebbe chiaro: parlerebbe, appunto, e scopriremo il perchè del nostro periodo ipotetico nella seconda parte dell'articolo.
Ecco il dettato regolamentare:
"se, dopo che l'arbitro ha dato il segnale per la esecuzione ma prima che il pallone sia in gioco, un difensore della squadra difendente entra nell'area di rigore e si avvicina a meno di metri 9,15 dal punto del calcio di rigore, l'arbitro nonostante ciò lascerà battere il calcio di rigore. Se non viene segnata una rete, il tiro sarà ripetuto. Il calciatore in questione sarà ammonito".
Sin qui il regolamento del gioco del calcio. Poi ci sono le cosiddette "Linee Guida AIA", diramate a inizio stagione agli arbitri italiani sulla scorta della cosiddetta "Circolare numero uno" che entra in vigore ogni 1° di luglio e che contiene di volta in volta delle piccole, medie o grandi integrazioni regolamentari. Attenzione! Badate bene: sono integrazioni regolamentari a tutti gli effetti, dunque da applicare. Applicandole non si contravviene a nessuna regola del calcio.
Ebbene, secondo le "Linee Guida AIA" gli effetti del calcio di rigore di Babacar sono terminati con il tiro parato dal portiere Strakosha: l'esito del rigore è stato favorevole ai difendenti, dunque a parità di successive infrazioni, quelle dei calciatori della Lazio e quella di Lapadula, si considera più grave quella commessa dal calciatore del Lecce perchè il suo tocco decisivo diventa gol, approfittando di un ingresso in area non regolare (SOTTO LO SCHEMA DI RIFERIMENTO DEGLI ARBITRI ITALIANI IN QUESTA CASISTICA).
Paradossalmente se il primo ad avventarsi sul pallone respinto dal portiere biancoceleste fosse stato un difensore della Lazio allora sì che il calcio di rigore sarebbe stato ripetuto.
Due letture inconciliabili, dunque, e su questo ha ragione il Presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani: una interpretazione affidata alla squadra arbitrale italiana non dovrebbe andare in contrasto con le regole del gioco. Ma tant'è: entrambe le norme esistono.
Un eventuale ricorso del Lecce contro l'omologazione del risultato, dunque, dovrà reggersi sul complesso principio per cui in questa gerarchia delle fonti regolamentari presumibilmente le "Linee Guida AIA" sono più deboli rispetto al comma "C" della regola 14 del regolamento. Questione di non facile soluzione e che potrebbe finire sino all'IFAB, la "sacra" istituzione che detiene le regole del gioco (l'International Football Association Board).
Il chiavistello di un eventuale ricorso, ci sentiamo di aggiungere, è l'errata ripresa del gioco: qualora l'infrazione dei difendenti della Lazio venisse comprovata nello spirito della norma "madre" il gioco sarebbe ripreso irregolarmente, non con la ripetizione del calcio di rigore ma con un calcio di punizione indiretto in favore della Lazio. Una errata ripresa del gioco comporta il cosiddetto "errore tecnico arbitrale", punibile con la ripetizione della gara.
Un gancio ulteriore per un ricorso lo offriamo al Lecce ripercorrendo quanto accaduto oltre un decennio addietro nelle Qualificazioni ai Mondiali 2006 della zona asiatica, quando la FIFA ha ordinato la ripetizione di Uzbekistan-Bahrain (1-0 sul campo), perchè l'arbitro dopo la battuta di un calcio di rigore segnato dall'Uzkbekistan con alcuni calciatori uzbeki in area di rigore aveva ordinato la ripresa del gioco sbagliata, un calcio di punizione indiretto in favore del Bahrain, invece di consentire la ripetizione del calcio di rigore.
La ripresa irregolare del gioco, dunque, è un elemento fondamentale alla base di un eventuale azione ricorrente del Lecce: elemento di cui si è parlato ingiustamente poco in queste ore. Tutto passa per l'eventuale errata ripresa del gioco da parte dell'arbitro.
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