Editoriali

L'ANALISI. 2 modi di essere grandi: il Foggia è un orologio perfetto, il Lecce più tecnico e esplosivo

Riviviamo insieme i temi-chiave dello splendido posticipo di lunedì sera

LECCE - L'organizzazione di gioco del Foggia, praticamente perfetta, l'esplosività e la tecnica individuale del Lecce.

Il derby del "Via del Mare" ci ha regalato 2 squadre di Serie B medio-alta, come hanno giustamente ribadito Padalino e Stroppa nel dopo-partita.

I rossoneri hanno impressionato ancora per "quadratura", confermando la straordinaria organizzazione di gioco di De Zerbi migliorata dalla maggiore attenzione alla fase difensiva iniettata dall'arrivo di Stroppa. Sì, si può dire senza timore di essere smentiti nè esagerati: meglio questo Foggia, più squadra del frenetico e spesso davvero esagerato modo di fare calcio dell'ex allenatore dei "satanelli".

Sul piano della manovra e del presidio degli spazi la squadra dauna ci è piaciuta di più, si fa preferire al Lecce, è apparsa più matura: il Foggia ci è sembrato strutturalmente superiore, anche se il Lecce sta riducendo a grandi passi il "gap", grazie ad un lavoro incredibile sotto l'aspetto tattico, che si vede, eccome, e porta la firma di Padalino.

Il tecnico giallorosso non ha ancora completato il suo "disegno" per qualche incertezza nel trovare un equilibrio duraturo nel centrocampo, il vero anello debole di questa catena: doveva essere il punto di forza, ma di fatto il reparto è tutto sulle spalle del "povero" Mancosu, un elemento straordinario, lo ripetiamo, che canta e porta la croce, detta i tempi, gli assist, ripiega, chiude, apre. Ce la farà a portare avanti la baracca su questi livelli stratosferici? Un aiuto dovrebbe arrivare da Arrigoni e Lepore, o dalle coppie di alternative, da Tsonev e Fiordilino. Ecco, tra i 4 ancora non si è capito chi davvero può far compiere il salto di qualità alla mediana giallorossa, anche se Lepore è cresciuto molto nell'ultima gara, rispetto alle precedenti esibizioni, più di Arrigoni, ancora lento e compassato, lontano parente dello splendido mediano di rottura e impostazione che Meluso intendeva regalarsi dal mercato.

La vediamo nera? No, per carità: abbiamo visto un ottimo Lecce, che ha nell'esplosività dei suoi attacanti l'arma in più che può devastare chiunque. Caturano e Torromino, seppure non a segno, con la loro forza e la qualità delle giocate possono schiantare qualunque resistenza.

I margini di crescita sono ampissimi, il lavoro fatto è secondo noi enorme: per arrivare all'orologio svizzero della macchina da gioco del Foggia c'è ancora del tempo, ma il Lecce di Padalino corre.

Inspiegabili ma legittimi, i primi mugugni dell'ambiente: è vero, è arrivato 1 solo punto in 2 partite (ko a Catania e pareggio con il Foggia); è vero anche che negli scontri diretti non abbiamo ancora detto la nostra. E' vero tutto, ma mai come quest'anno non possiamo darci rimpianti a giugno. Dobbiamo crederci prima. Tutti, non solo quelli della foto sotto, apparsi di un'altra categoria. Come Lecce e Foggia.

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