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ESCLUSIVA FASCETTI: ricordi, gioie e qualche sassolino

L'intervista di oggi, il nostro regalo per il trentennale dallo "sbarco" in A

VIAREGGIO - A 77 anni è e resta “l’allenatore” per eccellenza, il condottiero di un Lecce impresso nella storia. SoloLecce.it fa oggi un bel regalo ai tifosi giallorossi, un’intervista ESCLUSIVA A EUGENIO FASCETTI, il tecnico della 1° storica promozione in Serie A.

Ricordi - “Quella stagione è stata indimenticabile, per la città e per me, visto che era anche la mia 1° volta. Quella festa arrivò in un momento bellissimo, eravamo consapevoli che stavamo per compiere qualcosa di eccezionale: quella era una B difficilissima, con Bari, Pisa e Perugia di gran lunga molto più attrezzate di tutte sulla carta. La solidità, la fiducia, una certa magia che c’era tra noi, con la società e lo staff atletico e medico ha fatto il resto”.

L’istantanea - “Come non citare lo spettacolo dello stadio di Monza tutto giallorosso. Ricordo tanta gente in lacrime, i tifosi in campo: fu qualcosa di indimenticabile. Anche il ritorno nel Salento, le telefonate che arrivavano da Lecce dove la città era impazzita. Abbiamo ricevuto un’accoglienza da eroi. E forse un po’ lo eravamo…”.

Il presente - “Mi sto godendo la pensione, seguo con interesse le squadre che ho allenato in carriera, guardo calcio in tv. Il Lecce dopo 25 anni eccezionali ora soffre in Lega Pro, ma ritengo sia normale. Per una piccola città come Lecce la Serie A non può essere un’abitudine, ci sono dei cicli, quelli che hanno avuto anche città ben più importanti come Palermo, Bari, Perugia o tante altre”.

Tifoseria viziata, Tesoro un fiasco - “L’ascensore non è una cosa brutta, almeno ti fa restare a contatto con il calcio che conta, ma il tifoso del Lecce è stato troppo viziato da 2 grandi presidenti, Iurlano prima e Semeraro poi. La Curva negli anni scorsi si è presa il lusso di contestare in maniera tenace queste persone, che ogni stagione compivano un miracolo economico e sportivo. Forse se tornassero indietro sono convinto che qualche coro se lo sarebbero risparmiato. Non conosco l’attuale società, ma è certo che in 3 anni hanno collezionato 3 fiaschi, anche se è durissima salire dalla Lega Pro alla B”.

Il rapporto - “La città mi ha sempre trattato bene o ricordato con piacere e affetto. Anche la mia famiglia è molto legata al Salento, tanto è vero che mio figlio ci ritorna spesso”.

Personaggi - “Di quelle 2 stagioni in giallorosso non posso dimenticare la tragedia di Lorusso e Pezzella, qualcosa che ci ha toccato per sempre nel profondo del cuore. La promozione dell’anno dopo è stata per loro, solo per loro. Non ho mai più conosciuto, in tanti anni e in tante piazze, un dirigente sportivo innamorato e appassionato della sua squadra come Franco Iurlano. Lui amava il Lecce. Vorrei approfittare di questa intervista, poi, per salutare il dottor Palaia, ancora oggi un punto di riferimento per tutta la medicina dello sport. Anche la sua professionalità ha cambiato il settore. Lecce ha avuto il privilegio di averlo”.

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