CALCIO IN LUTTO: se ne va il "MONDO", uomo vero in un mondo troppe volte falso
Il calcio dice addio a Emiliano Mondonico: il nostro ritratto
MILANO - E' morto uno dei tecnici più apprezzati, signorili e al contempo sanguigni del calcio italiano. Il pallone dice addio a Emiliano Mondonico, 71enne ex allenatore di Cremonese, Atalanta e Torino, soprattutto, società che ha reso grandi.
Mondonico è stato sconfitto da un tumore che si era manifestato diversi anni addietro e che il "Mondo" aveva combattuto e battuto tante volte, anche con l'asportazione di sei chili di massa tumorale, di un rene, di un pezzo di intestino, andando avanti sempre, anche con le sue garbate apparizioni televisive alla "Domenica Sportiva" o negli studi centrali degli Europei 2014 o di tanti altri momenti di approfondimento del calcio che aveva tanto amato.
Mondonico da calciatore era stato un tipo molto talentuoso e un po' incostante, un estroverso, uno che si faceva squalificare per saltare la partita successiva e andare ai concerti dei "Rolling Stones", come raccontano gli aneddoti del calcio. Da tecnico l'esatto opposto, era diventato maturo e capace di guidare le sue squadre con rigidità da sergente ma anche applicazione costante, senza dimenticare la sua vena ribelle.
Come quando alzò al cielo la sedia per farsi notare dall'arbitro per la mancata concessione di un calcio di rigore nella mitica finale di Amsterdam della Coppa UEFA 1991/1992, persa dal Torino contro l'Ajax di Van Gaal per la differenza reti in trasferta (all'andata 2-2 al "Delle Alpi", ritorno 0-0 con un palo e una traversa dei granata all'allora stadio "Olimpico" di Amsterdam).
Anche il Lecce, con una nota ufficiale apparsa sul sito del club, si è stretto al cordoglio del mondo del calcio per la perdita di Mondonico.
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