Caso Cucchi. DA LESIONI A OMICIDIO: cambia l'accusa, i carabinieri salentini sono nei guai
I due Carabinieri salentini a processo assieme ai loro commilitoni, dopo il pestaggio mortale al giovane tossicodipendente romano
ROMA - Ora rischiano davvero grosso, dopo la riformulazione dell'accusa, i due carabinieri salentini imputati nel caso Cucchi, per cui è stato disposto il processo-bis.
Il GUP del Tribunale di Roma li ha rinviati a giudizio per omicidio preterintenzionale, assieme agli altri due carabinieri che avrebbero avuto in custodia il geometra romano morto secondo l'accusa in conseguenza del pestaggio delle forze dell'ordine del Comando dei Carabinieri quel tragico giorno dell'ottobre 2009 in servizio nella Stazione di Roa-Appia.
Inizialmente tutti erano accusati di lesioni personali aggravate, un'accusa riformulata in omicidio preterintenzionale a seguito della convinzione degli inquirenti che Cucchi sia stato massacrato di botte, "riempito di calci e schiaffi, tanto da procurargli la frattura della quarta vertebra sacrale e della terza lombare e dunque la morte", secondo le perizie mediche.
Il giovane, un tossicodipendente, era stato fermato dai Carabinieri con addosso delle piccole quantità di droga (FOTO SOPRA CUCCHI IN UNA FOTO PRIMA DI MORIRE E ACCANTO DURANTE L'AUTOPSIA).
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