L'EDITORIALE. Il Questore di Napoli sventola comunicati con arresti tra i barbari leccesi, ma è alla guida di un SERVIZIO D'ORDINE VENEZUELANO
Ci siamo presi qualche giorno di riflessione, abbiamo ricostruito alcuni elementi significativi di questo Napoli-Lecce. Eccoli
LECCE - Piccola ma fondamentale premessa: chiunque sia entrato almeno una volta in una redazione giornalistica è a conoscenza che intere carriere nelle forze dell'ordine e nelle forze armate si costruiscono a suon di dvd con conferenze stampa per operazioni intrepide, con chili e chili di ritagli e fotocopie di carta stampata che narrano gesta eroiche dei tutori dell'ordine.
Nulla di nuovo, è il gioco delle parti, i giornalisti offrono la cosiddetta “visibilità” ai contatti che si creano negli anni a livello di polizia giudiziaria e o di reparti operativi, questi quando serve danno l'imbeccata giusta per arrivare per primi su una notizia, un'operazione anti-droga, un sequestro, un incidente mortale. E' il “sistema”.
Chiunque sia entrato in una redazione giornalistica almeno una volta, dunque, è a conoscenza che il Questore di Napoli è chiamato necessariamente rendere conto di come mantiene l'ordine pubblico in città al Prefetto e al Ministro dell'Interno che di volta in volta non lo manda sul Gennargentu a dirigere il traffico delle pecore ma alla guida di prestigiose istituzioni come la Questura di una delle più importanti città italiane come Napoli (avamposto delicatissimo in materia di lotta al crimine e alla illegalità).
Nessun dubbio, dunque, certamente il Questore di Napoli non ha bisogno (per posizione) che una “velina” passi più o meno con risalto su un'edizione locale o regionale di un telegiornale, di un giornale, di un sito internet. E' sicuramente la persona giusta al posto giusto, con le competenze e la storia personale giusta.
Il problema è dall'altra parte della barricata, in mezzo ad altri eroi moderni, i giornalisti. Dove è proprio nel DNA la propensione a non raccontarla tutta, a non disturbare il corso degli eventi. Per cui se due delinquenti potenziali assassini, stupratori, rapinatori e chissà cosa altro vengono arrestati al culmine di una zuffa con le forze dell'ordine in una trasferta beh, vivaddio, quale migliore occasione per sparare su due poveri scemi e esaltare la grande prova di coraggio messa a segno dagli uomini della Questura di Napoli che hanno salvato la città del Vesuvio dall'assalto criminale dei terroristi vestiti di giallorosso.
Chi lo racconta ai suoi lettori che i 1400 tifosi del Lecce presenti al “Maradona” si sono presentati ai varchi di Polizia già dalle 18, due ore e quarantacinque minuti prima della gara, in abbondante anticipo, per consegnarsi a una gestione dell'ordine pubblico venezuelano, boliviano, cileno? Nessuno. Vergognoso.
Chi lo racconta che gli stessi tifosi sono stati “rinchiusi” nello stadio le due ore successive alla partita, obbligati a defluire solo a mezzanotte?
Persone identificate a una a una, uomini, donne e bambini piazzati davanti alle telecamere di riconoscimento, tre ore di attesa per completare tutte le sole operazioni di pre-filtraggio, non una bottiglietta d'acqua (la danno pure ai libici, agli iracheni che arrivano a Lampedusa compiendo un reato, immigrazione clandestina…), un migliaio e mezzo quasi di ‘persone’ trattate come carne da macello, introdotte nello stadio al 20' del 1° tempo e all'inizio del 2° tempo, in due blocchi. E come detto “liberate” a mezzanotte.
Come è potuto succedere, dottor Questore? Come è gestito l'ordine pubblico a Napoli? Come a Caracas? Ci stiamo inventando tutto? E' tutto falso? Non è accaduto nulla di tutto ciò? Siamo qui, pronti a capire cosa non ha funzionato. Come lo tutela, dottor Questore, il diritto acquisito del possessore di un titolo di ingresso in uno spettacolo a godere dello stesso dall'inizio alla fine? Lo sa che i suoi uomini devono agevolare anche questo? Che il diritto a godere della visione dello spettacolo venga rispettato?
Per carità! Nessuno osi assolvere chi ha perso la testa dopo una serata così ed ha spintonato, aggredito o contuso i nostri agenti (che sono anche i ‘nostri’, gli agenti che tutelano in tutta Italia i diritti di noi cittadini). Però perché consegnarci una verità parziale?
La nostra sensazione è che dopo i fatti di Napoli-Lecce e la inqualificabile (inqualificabile!) gestione dell'ordine pubblico della Questura di Napoli il capo della Polizia campana avesse davanti a sé due strade: sventolare trionfante il comunicato stampa con i due arresti maturati al culmine dei disordini o chiudere in una stanza i funzionari più in alto in grado della sua Questura e prenderli a calci dalla mattina alla sera per tre giorni, sino a capire dove risiedono le lacune della gestione dell'ordine pubblico di Napoli-Monza (l'uccellino ci ha riportato vicende simili già due settimane addietro) e Napoli-Lecce.
Ben consapevole che avrebbe trovato uno stuolo di giornalisti pronti a copiare e incollare il suo comunicato contenente le ardimentose gesta dei suoi uomini messi in pericolo dall'orda di barbari leccesi giunti al “Maradona” il Questore ha ovviamente fatto la scelta giusta. Con una classe giornalistica simile era un gol a porta vuota…
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