LECCE - Per non creare inutili aspettative nei nostri lettori va fatta una premessa piuttosto chiara: a fine stagione gli spazi per una manovra simile sono strettissimi, non c'è la volontà della Lega Calcio di A di mettere mano al calendario o andare avanti con giornate monche e con gli obiettivi in cima e in coda alla classifica tutti aperti. Quindi, ripetiamo, gli spazi per un'iniziativa sono strettissimi.

Eppure il Lecce confida ancora in un rinvio della sfida di Bergamo di domenica alle 20.45, non avendo affatto condiviso (e avendolo fatto sapere con toni duri ai vertici della Lega Calcio di A) la scelta di recuperare nell'immediato la gara in programma questa sera dopo il rinvio di appena 48 ore per la tragica scomparsa del fisioterapista giallorosso Fiorita.

Lo spazio di manovra è tutto in una iniziativa anche dell'Atalanta, un gesto, una posizione, una telefonata in Lega che lasci intendere che non c'è la volontà di giocare anche del club della famiglia Percassi.

Davanti a questa comunanza di intenti di Atalanta e Lecce per il “no” al calcio d'inizio la Lega di Serie A, nell'angolo, sarebbe costretta ad un rinvio anche solo a mercoledì oppure a uno slittamento di ulteriori 24 ore a lunedì sera.

Quella di oggi sarà la giornata decisiva per mettere la parola fine a questa vicenda di “burocrazia” calcistica che si scontra con i sentimenti di un gruppo squadra e di una società intera ma invece di andarci incontro si è trasformata in un motivo di ulteriore rigidità e freddezza incomprensibile, irragionevole.