Editoriali

5 motivi per salutare i Tesoro

Uno dopo l'altro le ragioni per chiudere questa avventura


LECCE - La famiglia Tesoro a Lecce è oramai il racconto quotidiano di un fallimento sportivo conclamato. Mai, in tempi recenti, i tifosi del Lecce avevano passato 3 anni di fila nell'anonimato di non festeggiare qualcosa a fine anno, sia essa una salvezza, una promozione, un campionato con l'obiettivo centrato. Oltretutto ora si vive a stretto contatto con l'incertezza per il futuro della società, tuttora in bilico tra ipotesi di vendita e uscita di scena dal grande calcio.

Ecco 5 buoni motivi per cui oramai l'era Tesoro può dirsi conclusa (male).

1) I numeri - Il Lecce quest'anno con 11 sconfitte ha conquistato il 6° posto appena, peggior piazzamento degli ultimi 48 anni, finendo addirittura dietro al Matera e alla Casertana, dopo le "grandi" del torneo. Un particolare non da poco: al primo anno della Lega Pro "unificata" mezzo campionato proveniva dalla vecchia Lega Pro 2° Divisione (ex Serie C2) o peggio dalla Serie D. Il Lecce è riuscito nell'impresa di naufragare in questa "scarsità" di calcio. Una vera impresa.

2) Il gioco - E se i numeri non mentono il gioco neppure, da Lerda a Bollini, passando per Gustinetti, Toma, Moriero, Pagliari, mai il Lecce ha espresso con continuità una "forma" di progetto, qualunque esso sia.

3) Gestione spogliatoio e ambiente - La squadra ha nel carattere il suo punto debole. Ogni anno. Il senso del "distacco" dalla proprietà è evidente. I Tesoro sono riapparsi giusto ora, per "punire" la squadra con allenamenti ridicoli e inutili, chiudendo la stalla quando oramai i buoi sono scappati. In questo triennio non sono mancati colpi di testa dei calciatori, esternazioni improvvide e comportamenti poco seri. Ognuno per conto proprio, senza guida. Per non parlare poi del difetto di comunicazione atavico che attanaglia il Lecce dai Semeraro in poi, neanche fosse un tumore inestirpabile. Per tutti Tesoro ha dispensato baci, abbracci e buffetti sulle guance, troppo paternalistico e affettuoso nei confronti dei suoi sottoposti. Con l'ambiente e la stampa, invece, ha tirato fuori artigli da militare: o si sta con noi o contro, censure, conferenze stampa a discettare sull'etica giornalistica neanche fosse un cattedratico universitario, lettere di diffide e annunci di querele (poi mai fatte per davvero...). Per l'ambiente mai un'iniziativa, soprattutto quest'anno, per riportare il Lecce in provincia, tra i ragazzi, nei club: chiusura di stagione con la perla dei prezzi invariati per le ultime gare, dando l'impressione di voler "fare cassa" piuttosto che "fare passione" attorno alla squadra.

4) Staff atletico - Infortuni dall'entità "misteriosa", diagnosi annunciate che si auto-smentiscono da sole (Papini e Salvi le ultime "comiche", prima Bogliacino, Diniz, la gestione di Miccoli, prima ancora Vinetot, Salvi, l'eternità di settimane per curare Doumbia da un infortunio banale, ecc.). Dopo Palaia il deserto. Siamo arrivati anche al certificato medico agonistico rinnovato in studi medici privati, tutti in fila come una scuola calcio di pulcini o come se ci stessimo preparando alla mezza maratona di Cocumola o alla corsa coi sacchi di Sanarica. Il detto "chi poco spende, peggio spende" è calzante a pennello nel calcio: risparmiando su questa voce economica non si ottengono risultati.

5) Tifosi e istituzioni - Oramai abbandonato da tutti, dileggiato come un Imperatore in fuga, Tesoro ha distrutto persino le convinzioni dei più ottimisti. Il tasso percentuale di "gente da strada" che ne vuole la cacciata non ha mai raggiunto livelli così plebiscitari. A guardia del bunker sotto le bombe è rimasto un manipolo di eroici piagnucolanti animati dalla strenua difesa di rendite di posizione, da legami personali e filiali, disposti a tutto pur di indirizzare i pochissimi che oramai non li hanno ancora smascherati. Questi hanno comunque la percezione vivida che sta per mancare loro il terreno sotto i piedi: sono nervosi, denigrano, gettano discredito su chiunque la pensi diversamente. Ogni giorno sono appiccicati al nostro sito: cercano un motivo valido per contenere la loro rapidissima agonia. In 6 mesi abbiamo scavato un burrone profondissimo tra la verità e le favole. E sono nervosi. Molto nervosi. Alcuni passano le loro giornate di "professionisti" non si sa di che cosa a vigilare "su commissione" sui social network degli sgraditi: stampano stati e profili e li inviano - tramite la società - a commissioni disciplinari e professionali che si fanno tante risate, archiviano e vanno avanti. Miserie umane che probablimente hanno più capelli in testa che sale in zucca. O sono pochi entrambi. Non temete: non appena non saranno più secretati gli atti interni all'Ordine dei Giornalisti questi santoni saranno SPUTTANATI alla città, messi davanti all'evidenza popolare della loro nullità umana. Le istituzioni? Hanno aperto porte e finestre all'arrivo dei Tesoro 3 anni fa: ricevuto da Sindaco e Presidente della Provincia il giorno dopo il buon Savino se ne è tornato nel suo castello dorato circondato dalla corte festante. Mai un'iniziativa in comune, mai un progetto, un'idea di marketing o legata all'aumento del sostegno alla squadra. Solo richieste di sostegno, impossibili da accettare con il cambio normativo che ha imposto alle istituzioni di uscire da tutte le sponsorizzazioni. Che disdetta, queste leggi, purtroppo vanno pure rispettate!

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