Editoriali

L'ANALISI: detrattori serviti, la vendetta Braglia l'ha servita fredda

Punto per punto le scelte azzeccate del tecnico toscano

LECCE - Finalmente un Lecce calato pienamente in questa dannata categoria, senza la presunzione di essere migliore delle altre per diritto divino o dinastico, una squadra che corre e basta, senza blasone.

L'ha vinto Piero Braglia, indiscutibilmente, il derby Lecce-Foggia. Contro il giovane rampante De Zerbi, votato allo spettacolo, il sornione tecnico toscano ha tirato fuori il meglio del suo repertorio, facendolo a fettine: tutti i duelli uomo contro uomo vinti, tutte favorevoli le scelte. Eccole.

Si comincia da Angelo stracciato da Liviero e Legittimo, Iemmello completamente neutralizzato da Alcibiade, Salvi e Papini padroni delle idee di Agnelli. L'ha vinta Braglia, questa partita, con una serie di scelte e rischi calcolati che potevano costare carissimi all'allenatore del Lecce. Quanto sarebbe stato più "comodo" confermare Caturano in avanti, lasciare fuori la comparsa Liviero, non azzardare l'esordio del nuovo acquisto Alcibiade per una scelta più conservativa (Beduschi o Camisa)? Sarebbe stato molto ma molto più facile fare le scelte facili, scusate il bisticcio di parole, piuttosto che quelle fatte poi per davvero.

La verità è che pur avendo un gruppo di "titolarissimi", li abbiamo definiti così prendendo in prestito le teorie di Rafa Benitez ai tempi del Napoli, questo allenatore una opportunità alla fine la dà a tutti: Curiale decisivo, Sowe spacca-difese, Beduschi travolgente con il Martina Franca, Caturano provvidenziale a Rieti, la lista è lunga.

Una buona risposta a chi ha criticato Braglia in queste settimane, avanzando casi inesistenti o mugugni nello spogliatoio.

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