LECCE - La salvezza in A vale molto di più di una retrocessione con “paracadute”, nonostante le stravaganti teorie dei complottisti che si immaginano una società felice e perdente, con metà spettatori sugli spalti l'anno successivo e a prezzi ulteriormente dimezzati, diritti tv praticamente nulli rispetto al paniere della Serie A e via dicendo.

Oltre questa nostra considerazione editoriale adesso spazio ai freddi numeri, quelli non tradiscono mai. Li abbiamo messi insieme durante l'anno per tirare una linea. Ecco i totali.

Hanno assistito alle gare casalinghe del Lecce 468536 spettatori in 19 gare interne, la media di 24659 per ogni partita. Il dato è comprensivo ovviamente della quota abbonati, che sono stati 19791 alla 1° interna con l'Inter, 19929 alla 2° in casa col Monza e poi dalla 3° in poi sempre 19948.

Tradotti in soldi questi numeri hanno fruttato 5800147 Euro di campagna abbonamenti (la quota abbonati comunicata ufficialmente dalla società per ogni partita è stata di 305270,94, dunque basta una rapida moltiplicazione per 19 gare).

E' al botteghino, ovviamente, e soprattutto nelle gare di cartello, che il cassiere di Via Costadura si è leccato i baffi, non scendendo mai sotto i 780mila Euro singoli a partita con le “grandi”, toccando punte di 804mila Euro di incasso dai soli pochi biglietti in vendita con l'Inter.

Sintetizzati in dati aggregati, complessivi, al botteghino il Lecce ha incassato dai soli biglietti “sciolti”, venduti di volta in volta, altri 8575142 Euro e 66 centesimi.

Sommando tutto dunque abbonati e paganti hanno portato alle casse societarie complessivi 14375289,66 Euro.

In virtù del posizionamento finale in classifica al 16° posto il Lecce staccherà poi una cedola dalla Lega Calcio di 1,9 milioni di Euro, che si aggiungeranno a 24 milioni di rateo di diritti televisivi.

In conclusione il Lecce è diventato “grande” e una realtà calcistica consolidata, capace di muovere solo in entrata ben 40 milioni di Euro.