Lerda così non va
Modulo e giovani i problemi dei giallorossi
LECCE - Queste sconfitte sono quelle che fanno male, perchè arrivano davanti ai tuoi tifosi, davanti alla tua gente che quando ti vede per strada ti guarda sempre con occhi di stupore. Che sia Serie A o Lega Pro, chi veste la casacca giallorossa rappresenta un difensore di questa città. Perdere fa parte del gioco, ma non lo si può fare in questo modo, non in casa, non così in tono dimesso e contro il Martina Franca. Caro Lerda c'è bisogno di un inversione di rotta perchè così la Lega Pro rishia di diventare una tremenda prigione.
Il carattere e la tenacia dove sono? Il Lecce si è spento dopo i bei successi contro Salernitana e Melfi? Questo gruppo è evidente che ha un paio di problemi, è oramai palese: prima di tutto la panchina troppo corta in attacco, ma le alternative sono veramente poche e l'età media troppo alta. Forse in Piazza Mazzini non è bastato perdere 2 campionati sul filo di lana, contro formazioni che oggi lottano per un posto in Serie A, per capire che a queste latitudini del calcio si lotta e si corre come non avviene altrove, la qualità da sola non basta, se non è supportata da giovani vivaci, gente con l'argento vivo addosso.
Però contro il Martina, complice il ritorno di Miccoli, è sorto un altro grande problema: il modulo tattico. Ma è così difficile mettere in campo un sistema di gioco che permetta a giocatori come Miccoli e Moscardelli di coesistere in campo? Il capitano è un lusso e se contattassimo uno ad uno gli allenatori dei tre gironi di questa Lega Pro nessuno dal Trentino Alto Adige alla Sicilia gli negherebbe una maglia da titolare. Solo a Lecce, e solo per il tecnico del Lecce, FM 10 è pressocchè inutile alla causa. Tra il "Vate" della provincia di Cuneo e il "Romario del Salento" non è scoppiato mai l'amore, c'è grande correttezza professionale, rispetto delle regole e delle gerarchie e niente di più.
Dopo oltre un mese di assenza il capitano giallorosso è tornato in campo, giocando come esterno sinistro, una posizione in campo che non gli permette di essere vicino alla porta lì dove può essere decisivo; contro il Martina aveva voglia di spaccare il mondo con un pallone, lo si vedeva dal riscaldamento, aveva quello che nei film si chiama l'occhio della tigre, ma da solo non era in grado di saltare l'intera difesa, sopratutto se gli tocca partire a 30 metri dalla porta: è indubbio come il 4-3-3 sia un modulo che non ne esalti le caratteristiche.
Attualmente il sistema di gioco penalizza la squadra renendola facilmente prevedibile. Lo stesso Lerda nel corso delle conferenze spesso fa riferimenti alle grandi squadre che giocano in Champions League: allora prendesse esempio, perchè non vedere come riecono a coesistere Messi, Neymar e Suarez nel Barcellona?
Oltre alla disposizione tattica probabilmente c'è anche un'evidente incapacità: la non-gestione delle risorse dei giovani.
In questi anni "tesoriani" la formazione Berretti ha raccolto sembre bei risultati, finendo smembrata anno dopo anno con operazioni di mercato "a poche lire", con potenziali titolari del futuro "fatti in casa" messi sulle piazze che contano come si trattasse di materiale da monetizzare subito.
I pochi rimasti e magari meno pregiati pezzi del vivaio sono restati ad ammuffire, senza lasciare traccia in prima squadra. Appare assurdo, quest'anno, che ragazzi interessanti come Cuppone e Parlati ad oggi non abbiano collezionato nemmeno 1 minuto in prima squadra. Tutte le altre squadre dalla Reggina alla Salernitana attingono a piene mani al settore giovanile, per non parlare del Melfi. Forse il loro entusiasmo, spensieratezza e voglia di mettersi in mostra potrebbero tornare utili.
Non basta vincere, pareggiare, perdere e poi rivincere. Non basta "galleggiare" agonizzanti. Ci vuole visione lunga, progetto, respiro programmatico. C'è ancora tempo per darselo?
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