L'EDITORIALE: Lecce, hai perso il "fuoco" dentro. Ora rialzati, dai UN SEGNALE DA CAPOLISTA
Il nostro punto di osservazione: l'analisi di Paganese-Lecce e del momento dei giallorossi
LECCE - Premessa doverosa alla nostra analisi: un calo e un pari ci può stare, in mezzo a un filotto di 14 giornate senza sconfitte con 34 punti, 10 vittorie e 4 pareggi.
Nel caso del Lecce, però, gli alibi scricchiolano. La scia, in realtà, ci sembra poco felice: flessione con la Reggina in casa e partita ripresa per i capelli, proseguita a Fondi con una prestazione ai confini dell'anonimato, completata (ci auguriamo) a Pagani con in più una dose di superficialità difensiva e di inadeguato approccio alla partita.
Liverani ci ha visto giusto negli spogliatoi: si è preso la colpa, che non è sua, per "regolare" all'interno dello spogliatoio la vicenda. Saprà lui quanto far tremare i muri. Lo capiamo, un generale "protegge" i suoi soldati, non come Padalino o Braglia insomma, che mandavano al macello le colpe dei calciatori.
Sì, ma noi non siamo Liverani, dunque ce lo possiamo dire: la sensazione è di un calo mentale e di un certo appagamento autocelebrativo di una squadra che invece non ha ancora fatto niente, anzi, meno di niente.
Dopo i 5 punti di vantaggio accumulati al massimo del distacco ci sembra sia venuta meno quella tensione furiosa e affamata che apriva ogni partita successiva. Uniscici le nefandezze difensive (con Reggina e Paganese), le punte che hanno perso "cattiveria" (Fondi e ancora Pagani) e il quadro è fatto.
Anzi, è un segnale straordinario il fatto che non si sia perso terreno in maniera clamorosa sulle inseguitrici: nelle ultime tre partite, complice la sosta, il Lecce ha portato a casa 2 punti, meno dell'Akragas ultimissima. Eppure è lì, a guardare tutti dalla testa ai piedi.
Non perdiamo questo treno, è quello nostro, ma serve un segnale. Con Monopoli e Francavilla ci vogliono atteggiamenti, risultati e "fame" da capolista: consigliamo qualche dvd del Foggia dello scorso anno... "Fame" sempre, voglia sempre. Questo ci vuole.
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