Editoriali

L'ANALISI: maledetta bestemmia... Ma ora ci siano più "rotazioni" dalla panchina

Il punto dopo Lecce-Melfi secondo la nostra lente di ingrandimento

LECCE - Nel nostro titolo di domenica sera abbiamo sintetizzato il nostro pensiero focalizzandolo su un un Lecce "spento e senza idee", così come abbiamo titolato sul nostro giornale on line. E più passa il tempo e più, nella consueta analisi post-partita, ci rivengono in mente queste 2 caratteristiche così clamorosamente emerse dalla gara con il Melfi.

E' stata una serata da passo indietro su tutta la linea, senza idee e senza gioco, spenti anche nel mordente e nella voglia di azzannare l'avversario e aggredire il 1° posto.

Davvero un'involuzione inspiegabile e parzialmente dovuta (ne siamo più che certi) anche all'assenza di Braglia in panchina, secondo noi un motivatore e un uomo determinante alle sorti di questo gruppo, che quando abbassa la soglia di competitività e di fame è solo e soltanto una squadra normalissima come tante altre, che può vincere, perdere o pareggiare.

Non vogliamo togliere nulla a Isetto, per carità, grande professionista e lavoratore in "osmosi" con il suo allenatore, ma Braglia quella bestemmia maledetta a Ischia sul 3-0 per il Lecce se la poteva risparmiare...

Abbiamo visto un Lecce da museo degli orrori: inconcludente in attacco, confusionario a centrocampo (Salvi e Papini hanno perso una valanga di palloni), balbettante sulle fasce (Legittimo fatto a pezzi dai suoi avversari) e titubante dietro (Abruzzese e Cosenza mai così poco lucidi, il gol del Melfi è una riprova). Non pervenuto Doumbia, che i punti li ha fatti solo in testa (di sutura), svagato e buono solo a girare a vuoto il povero Surraco, che è sotto gli occhi di tutti come venga da qualche settimana di rendimento infelice.

Gli ingressi di Curiale e Caturano hanno dato peso all'attacco, agevolati anche dall'arretramento progressivo del raggio d'azione del Melfi, che non poteva di certo reggere ai livelli dei primi 20 minuti per 90 minuti interi: Perucchini ha fatto il resto, "miracoleggiando" un paio di volte e tenendo il Lecce in partita, sino all'acuto del bomber, troppo poco utilizzato.

Ecco: questo è un punto importante. Braglia sta letteralmente consumando le forze di un 11 base attorno al quale ruotano al massimo 2-3 cambi fissi. Pochissime sono le variazioni sul tema, pochissima profondità viene data all'utilizzo dei calciatori in panchina, molti "battezzati" per sempre dalle bocciature del tecnico toscano (Camisa, Beduschi, De Feudis, Sowe per fare qualche esempio). Un po' più di cambi nella formazione titolare, anche non tutti in una volta, sarebbero auspicabili: non crediamo si offenda nessuno se dovvesse tirare il fiato una volta qualcuno tra Salvi, Papini, Lepore, Legittimo, Moscardelli, Abruzzese ed altri.

Spremerli sino alla fine potrebbe essere controproducente. C'è pur sempre l'ipotesi (speriamo di evitarla) di andare all'appendice play off: abbiamo bisogno di un Lecce più fresco. Decisamente più fresco. E' bastato un Melfi qualunque, più giovane d'età e con maggiore passo, per mandarlo in embolia. Si cerchi un rimedio.

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