FABIO, IL DOLORE DI UN GRANDE UOMO: "ho vissuto sempre per Federica, sabato l'ho vista immobile nel letto. E' stato devastante. Me l'hanno portata via..."
Le parole dell'ex allenatore del Lecce che ha rotto il silenzio dopo il drammatico lutto vissuto in questi giorni
CAGLIARI - Prende il coraggio a due mani e tira fuori tutto il suo dolore, Fabio Liverani, riprendendosi gli spazi mentali per il ritorno in panchina con il Cagliari per la ripresa del campionato dopo la morte della amata moglie Federica, madre dei suoi due figli. Ecco le parole che l'ex tecnico del Lecce ha voluto esprimere su questa dolorosa vicenda.
Un amore infinito - “Ci siamo conosciuti a 13 anni, è stata una storia bella, bellissima. Ci siamo amati e rispettati sempre anche quando le cose hanno cominciato a non funzionare più ci siamo stati vicini. Per Federica sono stato disposto a sacrificare sempre tutto, ma lei non me l'ha mai permesso, ha sempre lasciato che ci fosse il calcio nella mia testa. Mi lasciava allenare, vivere sereno, giocare, a tutto pensava lei, a tirare su i figli con amore”.
La malattia - “La prima diagnosi non era terribile, un meningioma, un cancro al cervello che sembrava benigno, un operazione e via. Poi il tumore si è ripresentato, un'altra operazione, poi è tornato di nuovo, una terza operazione. Ha creduto di potercela fare sino a sei mesi fa, poi non abbiamo potuto fare più nulla… Neanche lei, che voleva vivere tanto, per i nostri figli, per dargli amore. Dopo ogni partita sono sempre corso a Roma, ovunque mi trovassi finito il campo c'era lei, nei momenti belli e in questi di dolore. L'ho fatto anche sabato scorso quando l'ho trovata nel letto immobile, con la malattia che si era presa la capacità di muovere arti e muscoli. E' stato devastante, un dolore senza fine, il tempo di due giorni e l'ho persa”.
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