L'ANALISI: Pessina la chiave, i cambi lo snodo-vittoria
Braglia si prende i suoi rischi: ma le scelte sono tutte centrate
AGRIGENTO - Sino alle 13.25 di domenica Braglia aveva sconvolto tutti.
Nessuno, tifosi, giornalisti e forse neppure gli stessi protagonisti della "rivoluzione" giallorossa si sarebbero aspettate tante novità tutte insieme. Persino Braglia (FOTO SOPRA AD AGRIGENTO), come spesso sta capitando, in conferenza aveva detto "nessuno stravolgimento" per poi cambiare mezza identità del suo Lecce. Invece dentro Curiale e Pessina (FOTO SOTTO AD AGRIGENTO, probabilmente decisivo, tatticamente); fuori oltre a Doumbia indisponibile anche De Feudis.
Esasperata la tattica del fuorigioco, linea pericolosamente altissima ma oliata alla perfezione, reparti corti, 3-5-2 che a tratti assumeva le sembianze anche del 3-4-3 in base alla posizione di Surraco che svariava molto sul fronte offensivo.
Ha spiccato la prestazione del giovane Pessina, che rispetto a Papini, più "passista" del centrocampo, ha maggiore estro e dinamismo nelle giocate libere da compiti di copertura. Sovente ha cercato, con successo, profondità pregevoli per Moscardelli e Curiale, apparso sino al gol ancora un po' arruginito ma poi resuscitato dalla gioia incontenibile per la rete sblocca-bomber.
Il gol dei siciliani ha riaperto parzialmente l'incontro, spostando anche l'inerzia della partita che sino ad allora diceva Lecce abbastanza comodamente: Braglia ha capito il momento di difficoltà, trincerandosi dietro ad un 4-5-1 rinnovato dagli inserimenti di Diop per Moscardelli e di Vécsei per l'altra punta (Curiale): cambi "rischiosi" per i puristi, che avranno storto il naso davanti ad un tipico atteggiamento conservativo del risultato, ma alla fine produttivi. Ne è venuto fuori un Lecce più ordinato, riassettato in tutti i reparti, che ha rischiato poco nella sostanza anche se ha subito una pressione abbastanza buona dei pur modesti agrigentini. La 3° rete di Diop su rigore ci è parsa in questo senso un premio anche importante alla lettura tattica del tecnico toscano, ripagato delle sue scelte.
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