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Braglia: "a Lecce si drammatizza troppo. Lottare insieme per andare via dalla Lega Pro"

Così il tecnico alla vigilia della trasferta in Sicilia

LECCE - Alla vigilia della sfida con l'Akragas Piero Braglia pare parecchio abbottonato nella sua tradizionale pretattica, nascondendo alla stampa e soprattutto potenzialmente agli avversari ogni dettaglio o particolare sul Lecce che vedremo ad Agrigento. Ecco dunque i temi che abbiamo trattato con il mister toscano in Sala Stampa.

Le scelte - "Cercherò di fare del mio meglio, nel corso della settimana ho parlato poco coi ragazzi ma abbiamo lavorato molto, spero di sbagliare il meno possibile e mandare in campo la squadra migliore. Avrei bisogno di gente un po' diversa anche per il mio modo di fare calcio, ma subentrando avevo la consapevolezza di non disporre di una intelaiatura costruita su mia indicazione ma su quelle precedenti. Ora sto pensando solo a limitare i difetti di tutti gli uomini che ho a disposizione".

Akragas - "Non capisco quale dramma stiano vivendo ad Agrigento: Legrottaglie ha fatto un buon lavoro, la squadra è certamente protagonista di un buon campionato venendo dalle serie inferiori. Recuperano gente importante rispetto alla sconfitta di Martina Franca, come Capuano e Zibert e forse potranno contare su un pieno recupero di Almiron. E' uno scoglio difficile, come tutte le partite".

Matera - "Non ho capito i catastrofismi dopo il pareggio di Matera. Abbiamo conquistato 1 punto fuori casa, su un campo difficile. Voglio ricordare che i campionati si vincono con corsa, pazienza e sacrificio. Se non lo capiamo tutti questa squadra resterà in Lega Pro a vita: non serve a niente lo stadio grande o il blasone. Serve solo correre e lottare".

Casertana in fuga - "Hanno capito che possono vincere il campionato, ma fanno bene a parlare di salvezza per restare lontani dalle pressioni. Basta che gli girino male un paio di partite e si ritroveranno squadre vicine alle spalle: speriamo di esserci e farci trovare pronti all'eventualità".

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