BLIN, L'INTERVISTA DA NON PERDERE, il Lecce nella pelle: "vi racconto tutto di me"
Le parole del capitano giallorosso ospite di un approfondimento di DAZN
LECCE - Si è raccontato a “DAZN Talk”, il capitano del Lecce, il guerriero Alexis Blin che in una lunghissima intervista ai microfoni del concessionario in esclusiva della Serie A ha parlato di tutto il suo mondo giallorosso. Un'intervista tutta da leggere.
Situazione - “Corriamo tanto, abbiamo fatto 2 doppie sedute, stiamo mettendo benzina. Il mister ha idee, lavoreremo sodo per comprenderle subito, ci ha detto soltanto di stare sereni prima di Salerno, lo abbiamo fatto”.
Nessun abbattimento - “Non eravamo abbattuti, dopo Verona è stato tutto difficile, anche l'ambiente avvertiva la difficoltà del momento. A Salerno, soffrendo insieme, magari non giocando benissimo, ci siamo ripresi qualche punto buttato con Atalanta, Cagliari, le romane. Ora pensiamo al ritorno con la Roma”.
Primo posto mentalmente importante - “Ora siamo in testa al nostro mini-campionato, ma il sistema dei tanti incroci e gli scontri diretti non ci devono far dormire tranquilli. Avevamo bisogno soltanto di serenità per lavorare, sicuramente, per cui la vittoria è preziosa, ma non abbiamo fatto nulla”.
Calcio ragione di vita - “Per me il calcio è stato sempre tutto, ho anche la mia famiglia ma sul pallone ho messo sempre tante attenzioni, anche troppe. Ora lavoro con un ‘mental coach’ che mi aiuta a metterci impegno ma anche serenità. Mi fa lavorare con un ‘neurotracker’, una modalità di lavoro con dei palloni da inseguire, un esercizio che ti fa concentrare sempre sull'andare a prendere il pallone. Faccio anche meditazione da quando avevo 20 anni: quando pensi che non hai bisogno di nessuno nella vita che ti aiuti, ti senti forte, quello è il momento in cui devi capire che nella vita ci sono anche gli altri, chi ti sta vicino, due o tre persone indispensabili. Ora quando torno a casa da mia moglie e dalla mia bambina sono felice, il più felice del mondo. Ma nella testa il calcio sta sempre lì, non esce mai, pure d'estate…”.
Peccati di gola - “Ho un buon regime alimentare, ma il pasticciotto leccese non posso evitarlo. Come il rustico. Poi penso a recuperare dopo”.
La piccola Carla - “Sul suo passaporto sarà sempre scritto ‘nata a Lecce’, ovunque la vita ci porterà ci sarà questa città, un posto speciale. Quando compirà 3 anni valuteremo se chiedere anche la cittadinanza italiana, dipende cosa riserverà per me il futuro”.
Come è nato l'amore - “Volevo giocare fuori dalla Francia, volevo cambiare. I miei procuratori mi hanno proposto Lecce e ho accettato, è stata la scelta più giusta e bella della vita”.
Ispirazioni - “Sono uno modesto, non posso dire nomi che non sono del mio livello, ma quando ero più ragazzo mi ispiravo a Xavi, Iniesta, campioni simili. Io sono consapevole delle mie forze e dei miei limiti, cerco sempre giocate facili, per sbagliare meno”.
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