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ANALISI DURA: Lecce schiavo delle sue psicosi

La vittoria mette paura ai giallorossi

16.11.2014 00:11

LECCE - Ad Aversa il nemico era il terreno di gioco, troppo poco signorile per una squadra così raffinatamente tecnica (sulla carta); ad Aversa il terreno di gioco come per Mazzarri la pioggia, probabilmente...; ma questa sera davvero non riusciamo a comprendere quale possa essere stato il problema, per un Lecce sciupone, impaurito e pieno di psicosi da tensione da vantaggio.

E già, non è la prima volta, in 3 anni è un film anzi abbastanza visto e rivisto a queste latitudini. E se è andata bene tra pali e traverse nell'ultimo mese in cui i giallorossi hanno massimizzato i risultati, ora il 2 a 2 con un Catanzaro nullo o quasi grida vendetta.

I calabresi (per la verità partiti meglio del Lecce) sul 2 a 0 erano un pugile al tappeto che aspetta la grazia del picchiatore, che chiede pietà alla furia del killer, che alla fine del secondo tempo e per 20 minuti del 2° (dunque per oltre un'ora di gioco) è stato del tutto inesistente. Travolte dai suoi problemi, dal cambio di panchina, dal caos societario e dall'uno-due micidiale di Doumbia, le aquile giallorosse davvero sembravano fare fatica a riprendere il volo.

Ci ha pensato il Lecce, come sempre, a rimettere in carreggiata gli avversari, attanagliato da psicosi, paure, morso dal tremore di vincere... .

Ora un'analisi dura, al primo scoglio pesante (e fallito) aspetta i giallorossi: nulla è perduto, ma serve necessarimaente lavorare su questi limiti mentali di questa squadra che non riesce a guardare poco oltre il solo amministrare l'esistente, preservare il "golletto", rintanarsi indietro, perdendo campo metro dopo metro.

Uno spreco, il NON-GIOCO, per una rosa così. E questa volta non ha nè piovuto..., nè è stata colpa del terreno... .

La Redazione

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