I "Terrifici 7"
I bidoni storici del nostro amato Lecce
Anche negli anni migliori a Lecce ne abbiamo viste di tutti i colori, e sorpatutto di tutti i piedi, gente probabilmente che aveva nelle scarpe quattro talloni. A riaprirci questo amaro ricordo ci pensa il nostro Lelettrauto, la nostra firma ironica e misteriosa sul mondo del Lecce.
7. ANDRE’ GUMPRECHT (1993-1995, 16 presenze, 0 reti): arrivato giovanissimo dal Bayer Leverkusen (dove in realtà lavorava come tester di aspirine), fu acquistato dalla dirigenza solo perché biondo e tedesco come Rudi Voeller. Anziché Rudi, però, fu presto ribattezzato come “Wudy”, dato che in campo possedeva la stessa leggiadria di un wurstel fritto. INSACCATO!
6. MICHAEL HATZ (1997/98, 2 presenze, 0 reti): già alla quarta di campionato (Lecce-Inter), il pubblico del “Via del Mare” lo osannava con il lusinghiero coro “Oooh, noi c’abbiamo Hatz, capu te ‘stu cazz’!”, tanto che dopo sole 2 presenze, tornò Rapid a Vienna. Un profetico Nenad Sakic aveva affermato il giorno del suo acquisto: <<Di Hatz so poco: ma è un nazionale, non avrà difficoltà a integrarsi>>…AZZ!
5. DEJAN GOVEDARICA (1997/98, 21 presenze, 1 rete): sempre nello stesso strepitoso anno di Cesarone Prandelli (al quale consigliamo, visti gli attuali risultati col Galatasaray, di smetterla col giallorosso), Govedarica spiccava per la sua formidabile lentezza ed il suo larvale pallore, che gli valsero il soprannome di “Cadaverica”. Segnò casualmente contro Massimo Taibi (il quale è da quel momento, e tuttora, in analisi), che regalò al Lecce una storica vittoria a "San Siro" contro il Milan ma non evitò, comunque, la retrocessione matematica praticamente già prima della sosta invernale. Il buon Dejan ebbe tra l’altro problemi con la lingua italiana, ma Pantaleo Corvino al suo arrivo ebbe finalmente qualcosa "in serbo" per lui: mandarlo a casa. BRADIPO MORENTE!
4. JORGE CASANOVA (2000-2002, 2 presenze, 0 reti): arrivato dall’Uruguay con l’offerta prendi 2 paghi 1 insieme al biondo funambolo Diego Mateo, Casanova raccolse 2 presenze in 2 campionati (straordinaria media di UNA presenza a stagione!) e tantissime margherite dal bordo campo del “Via del Mare”. A dispetto del cognome, non riscosse successo nemmeno tra le donne leccesi: TORNA A CASA-NOVA!
3. DANIELE SALVATORE ERNEST “DANNY” DICHIO (1997/98, 10 presenze, 2 reti): figlio di un macellaio di Santa Margherita di Savoia, Dichio fu un calciatore inspiegabilmente inglese (se è per questo, fu anche inspiegabilmente calciatore). Nonostante la stazza bovina e la rete all’esordio contro il Brescia, Dichio era soprannominato “Danny” perché veniva mandato in campo con la raccomandazione: “Uei! Nu’ fa’ danny!”. PER COLPA DI CHI(O)?!
2. KWAME AYEW (1993-1995, 34 presenze, 5 reti): fratello scarso del 3 volte Pallone d’Oro d'Africa Abedì Pelè, Kwame Ayew è stato uno dei principali protagonisti della straordinaria cavalcata dalla A alla C in soli 2 anni del Lecce del presidente Bizzarro. I cori degli ultrà della Curva Nord a lui dedicati passarano da “Ayew, ci sei solo tu” ad “Ayew, non ci servi più”. AYEW-TATELO!
1. LUIS CARLOS TOFFOLI, detto il “GAUCHO” (1993/94, 5 presenze, 0 reti), PRIMO PER DISTACCO: arrivato a Lecce come l’uomo delle 400 reti in carriera (contando probabilmente anche quelli al parchetto con suo figlio "Toffolinho"), il "Gaucho" rimase alla storia per aver calciato in un appassionante Lecce-Foggia il rigore più loffio di tutti i tempi, tanto che permise al portiere Mancini di tuffarsi, rialzarsi, rispondere alla moglie al cellulare, fare una giravolta, farla un’altra volta e bloccare il tiro a due mani. SCIAGURA PLANETARIA
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