Il giochino dei Tesoro che ci tiene appesi per il collo
"O le mie condizioni o la Promozione"
LECCE - "O le mie condizioni o la Promozione". Parola di Savino Tesoro.
E già, fessi noi che pensavamo di averlo già consegnato al passato. No, per niente: il giocattolo Lecce è roba sua e si gioca sino alla fine alle sue condizioni. A costo di trasformare il futuro del Lecce in una roulette russa.
Qualcuno ha provato a riflettere, in queste ore convulse, sull'assurdità di queste conclusioni incredibili dettate da Tesoro ad una folla incredula e piangente? Perchè? Perchè "o vendo alle mie condizioni o lo iscrivo in Promozione"? E che ce ne frega, aggiungiamo noi, del valore morale e sportivo, della tradizione e della storia, della Lecce calcistica? Niente, non ce ne frega niente.
Davvero fuori dal mondo, occorre quasi ripeterlo per stropicciarsi gli occhi e capire che è la verità ascoltata oggi e non uno scherzo: lo dice per davvero, o il Lecce lo si vende alle sue condizioni (CLICCA QUI) oppure fa niente, lui resta, non iscrive il Lecce in Lega Pro ma alla Promozione Pugliese.
Ecco, finalmente: è venuto allo scoperto. Dunque o è tutta una questione di categoria, di mancata volontà nel sostenere i costi di gestione abnormi di una 3° Serie oppure è questione di dispetto. Sì, Savino Tesoro è il primo caso mondiale di Presidente che vuole andar via ma che non lascerebbe la squadra neanche al Sindaco o con un fallimento pilotato, pur di salvarne il futuro, perchè prima c'è la volontà di non farsela sfilare dal patrimonio. E dunque anzi beccatevi la Promozione Pugliese, così resto, tanto il Lecce non ha una storia o un passato sportivo da tutelare nè è roba dei tifosi o della città. E' il giochino di famiglia. E la famiglia ha tutto il diritto di portare la società allo svuotamento patrimoniale, sino all'azzeramento di ogni pendenza. "Una graduale liquidazione", l'ha definita Tesoro. Poco importa la tradizione sportiva, il giocattolo me lo tengo sin che passività e attività non si bilanciano. La folla plaudente nel frattempo ascoltava fazzoletto alla mano l'oracolo di Delfi. Invece di farsi domande sbigottita da cotanto ardire.
In questa fase un sillogismo è d'obbligo, anche per noi che non abbiamo mai amato i "padroni del vapore" del passato. Pur con enormi difetti e la macchia incancellabile e vergognosa del calcioscommesse i Semeraro avevano messo il pilota automatico dell'autogestione durante le trattative per la vendita, assicurando il futuro sportivo alla società (si vinsero dei campionati, in autogestione...). Beh, ognuno ha il suo stile, evidentemente, e il vulcanico Tesoro preferisce portarsi il Lecce e portare tutta Lecce all'inferno e nella tomba, piuttosto che lasciarlo andare così, senza tenerci appesi per il collo delle sue condizioni.
A questo punto non è scartabile l'ipotesi che il futuro del Lecce passi per la costituzione di una nuova società ex novo, che si iscriva al primo campionato utile propostole dagli strumenti federali. L'U.S. Lecce, sino a che resterà il giardino di casa Tesoro, potrà continuare per conto suo a dilettarsi sui campi della Promozione Pugliese.
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