GRAVINA spazza via la politica dall'AIA: elezione diretta del Presidente Nazionale
Non saranno più il Presidente di ogni sezione e i singoli delegati a votare il numero uno dell'AIA: è pronta la riforma
ROMA - Il gruppo di lavoro che ha sostenuto il Commissario ad Acta nominato dal Presidente della FIGC Gabriele Gravina per riformare il regolamento elettorale dell'Associazione Italiana Arbitri è arrivato a una conclusione storica, un cambiamento epocale che nelle intenzioni farà sparire in un colpo solo la politica e il mercimonio dei voti per l'elezione del numero uno dell'AIA.
Stiamo parlando dell'elezione diretta a suffragio universale da parte di tutti e 30mila gli arbitri italiani (esclusi i minorenni) del Presidente Nazionale, sin qui eletto durante una convention aperta esclusivamente ai presidenti delle sezioni AIA di tutta Italia ed ai delegati sempre espressione delle sezioni in rapporto alla popolazione arbitrale (le più grandi hanno più delegati e dunque voti, le più piccole meno delegati).
Un sistema, quello attuale, che conferisce a piccoli centri di poteri, cordate tra presidenti di Sezione e delegati, la possibilità di spostare voti decisivi per l'elezione di un Presidente Nazionale. Ovviamente in cambio di qualcosa, promozioni, incarichi di prestigio, prebende varie. Roba da Prima Repubblica.
Con la riforma del Commissario ad Acta nominato da Gravina saranno tutti gli arbitri maggiorenni, attraverso la loro piattaforma elettronica, a votare il Presidente Nazionale.
La proposta di riforma sarà presto in Consiglio Federale per l'approvazione ed entrerà in vigore sin da subito, dalle prossime elezioni nazionali che si sarebbero dovute già tenere (Pacifici è in proroga di qualche mese proprio in attesa di riformare il sistema elettorale).
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