L'ANALISI: il Lecce col disturbo bipolare. Ai play off SERVE ALTRO, non questa personalità a targhe alterne
Il punto sulla situazione in casa Lecce, tornato "leone" in casa, dopo un'altra trasferta da "passeggiatore"
LECCE - E' un problema di personalità, quello che ha frenato il Lecce in questo campionato. Lo stesso che abbiamo riscontrato anche nell'ultimo scorcio di calendario, quello decisivo per dimostrarsi "leoni" veri, non a targhe alterne.
La squadra è passata ancora una volta dalla pessima prestazione di Cosenza, trascinandosi svogliata per il campo per un'amichevole di fine stagione, alla prova grintosa, vogliosa e a tratti anche convincente offerta con la Juve Stabia, buona giusto per gli almanacchi, vista la inutilità della vittoria, che ha almeno "blindato" un secondo posto a cui non credeva neanche il Matera e che sembra raggiungibile anche solo per inerzia.
Una trasformazione radicale, nel giro di tre giorni, che non si può spiegare con i cambi tecnici in formazione (quattro elementi diversi dal primo minuto rispetto al "San Vito"). Dove sta il "male oscuro" che impedisce a questo gruppo di centrare gli appuntamenti importanti? Perchè dopo il tonfo casalingo con il Matera il Lecce è stato in grado di farne tre a domicilio al Messina cambiando radicalmente atteggiamento? Perchè dopo l'inopinata sconfitta di Francavilla è arrivata la reazione casalinga con il Catania prima di "affondare" di nuovo a Foggia? Perchè dopo gli sbadigli di Cosenza il "sacro fuoco" è tornato con la Juve Stabia, a frittata fatta o quasi?
A noi sembra una tara, un difetto che speriamo non sia genetico, un aspetto su cui lavorare soprattutto in ottica play off, inevitabili.
Che si sappia: lì non sono ammesse altalene, basta poco per ritrovarsi fuori e vanificare un campionato che comunque, allo stato attuale, avrebbe visto il Lecce in testa saldamente al posto del Benevento, lo scorso anno, con i punti raccolti quest'anno. Se non ci fosse stato il Foggia...
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