Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio
Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere
LECCE - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da prendere non troppo sul serio…, mi raccomando!
FALCONE - In mezzo a tante situazioni anomale lui è la bellissima normalità della Serie A. Un portiere che para, coraggioso, reattivo, abile nel guidare la difesa, carismatico con i compagni di reparto, gigantesco quando da terra con un guizzo alza un pallone dritto in porta di Dzeko, una parata dal coefficiente di difficoltà altissimo. Un portiere che para, dicevamo, e che della costruzione dal basso se ne sbatte, quando serve “spara” via lontano. Evviva. VOTO 8.
GENDREY - Ha una catena scomoda contro, quella di sinistra dell'Inter. A lungo andare monta sopra agli avversari e si concede un secondo tempo a schizzare con i pattini. VOTO 7.
BASCHIROTTO - Ovviamente non basta essere alti e grossi per farsi beffe di Lukaku soprattutto nella sua azione-tipo, quella di sfondamento in area piccola. E così, complice un Gallo che perde posizione dopo 80 secondi e si lascia scappare Darmian, lui si fa beffare dal belga dopo un minuto e venti secondi di Serie A. Contraccolpo che poteva ammazzare un toro, non lui che si rimbocca le maniche e tira fuori una bella prestazione. VOTO 6.5.
CETIN - Impresentabile. Pochi minuti in campo per fare più danni della grandine. VOTO 4.
BLIN - Un errore non averlo proposto dal 1° minuto per dare l'illusione che il mercato dell'ultimo minuto fosse servito a qualcosa. Entra quando Cetin getta la spugna e chiude, chiude tutto, porte, finestre, tutto. Si esalta nelle difficoltà, è un ragazzo su cui contare. VOTO 7.5.
GALLO - Dopo 80 secondi riesce a perdere posizione su Darmian che stringe in area per portare l'Inter davanti. Non era facile trovarsi nella terra di nessuno dopo soli 80 secondi. Lui ci riesce. Prova a rimediare salendo di rendimento nel corso della gara, anche con qualche provvidenziale chiusura, ma non basta per portarlo alla sufficienza. VOTO 5.
BISTROVIC - Sapienza e piedi “bollenti”, anche sei il raggio d'azione sembra limitato. O non si ammazza di fatica oppure è un passista, di successo ma pur sempre un passista. VOTO 6.5.
LISTKOWSKI - Elemento inutile alla causa. Entra per far giocare il Lecce in inferiorità numerica con il compagno di guai Helgason. Calciatore da amichevoli. VOTO 4.
HJULMAND - Spiega a Brozovic i fondamentali per diventare un centrocampista onnipotente. Sì, udite udite, fa la differenza anche al cospetto di questi attori. Fascia di capitano meritata. VOTO 7.5.
GONZALEZ - Dieci minuti, quelli iniziali, da paura: lo passano tutti da una parte all'altra, lui è così spaesato che si mette a correre senza nessun senso, lavorando pochi palloni. Quando prende coraggio apre un compasso per lanciare Strefezza in diagonale da parte a parte con una precisione da tiro al piattello olimpico. Almeno è un segno che conforta. Un segnale alla volta, ha una vita davanti. VOTO 5.5.
HELGASON - Impresentabile. Fa tutto male, passeggia per il terreno di gioco con il suo zainetto della Chicco, il ciucciotto e la bavetta. Quindici minuti più recupero di agonia, a farsi prendere per il culo da tutti gli avversari. Difende con il coraggio di Mary Poppins un pallone sulla trequarti che il Lecce a 30 secondi dalla fine vorrebbe abilmente gestire: lui lo perde, un altro compagno deve chiudere in angolo al posto suo che neppure rientra (sai che sudata, sennò, la mamma si arrabbia!) e sugli sviluppi del tiro dalla bandierina tiene Dzeko e Dumfris in gioco abbastanza per regalare 3 punti all'Inter. Catastrofico. Non lo vogliamo vedere neppure disegnato, ci siamo rotti i coglioni. VOTO 4.
STREFEZZA - E' una di quelle serate in cui vorrebbe esagerare, parare, difendere, impostare per sé stesso, tirare e segnare. La “garra” c'è, arriveranno i gol. VOTO 6.5.
CEESAY - Da brutto anatroccolo sgraziato a cigno delicato in pochi giorni come sempre poco razionali per la tifoseria giallorossa che si spella le mani quando esce stremato, dopo averlo maledetto o poco più alla sua prima uscita italiana con il Cittadella. Calma, ci vuole calma. VOTO 7.
COLOMBO - Altro “Riccardo Cuor di Leone”. Tre falli di mano, due altre irregolarità (dunque cinque punizioni per gli avversari che lottano contro il tempo per segnare), zero palloni protetti. Gioca con la voglia che aveva chi vi scrive di ripassare matematica. Altro che giovanili del Milan, bla, bla, bla. A Coda (nato in mezzo alla cacca delle categorie inferiori) potrebbe portare la borsa solo se lui glielo concedesse, solo se lo autorizzasse. Classico esempio di giovanotto che si sente arrivato. Pensasse a svegliarsi che ci dobbiamo salvare, non dobbiamo andare a fare aperitivo alla “Terrazza Aperol” in Piazza Duomo a Milano. VOTO 4.
DI FRANCESCO - Sino a quando le gambe lo accompagnano si dimostra di una qualità superiore rispetto a tutti i suoi compagni. Lui la Serie A la può fare bendato, è sicuro. Altro assist, secondo di fila su due reti ufficiali stagionali del Lecce, dopo quello che aveva mandato in porta Strefezza in Coppa Italia. Niente è casuale. VOTO 7.
BANDA - Toh! Uno con le palle! Teniamocelo stretto. Numeri, un gol sfiorato, tanta fatica dopo una caterva di chilometri fatti in aereo tra un fuso orario e l'altro in questi giorni. Bene, bravo! VOTO 6.5.
BARONI - Fa i conti con quello che ha e riesce a metterci pure questa volta del suo. Inspiegabile l'esclusione di Blin dal 1° minuto (il migliore dietro nel naufragio col Cittadella), ancora una volta una risposta aziendalista alla necessità di dimostrare come utile l'arrivo last-minute di Cannavaro, ops, Cetin. Poi, ripetiamo, purtroppo fa i conti con quello che ha e siccome sempre la ditta gli ha messo Helgason e Listkowski in panchina perché Bjorkengren e Di Mariano “non servono”, lui risponde presente e ci regala i soliti quindici minuti finali suicidi dell'islandese e del polacco. Per il resto non può nulla se Colombo ha il ciclo mestruale e non può sporcarsi troppo né se il suo avversario di panchina Inzaghi si conferma discretamente… fortunato, per non dire la parola giusta. VOTO 5.5.
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